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al barista

Foto: Romedia Studio

COLLECTION /

Mixer 35

Abbiamo chiesto a due esperti di caffè,

Andrej Go-

dina

e

Francesco Sanapo

, di dirci la loro sulla “M”di

mano, ovvero il ruolo che ha il barista nel preparare

il caffè perfetto. Ecco cosa ci hanno detto.

“La mano è importantissima, il barista può esaltare

o distruggere una buona materia prima dal punto

di vista sensoriale – mette subito in chiaro

Andrej

Godina

, PhD in Scienza Tecnologia ed Economia

nell’Industria del Caffè presso l’Università degli

Studi di Trieste, Authorized Trainer e Master Bari-

sta accreditato SCA, triestino di nascita, fiorentino

d’adozione –. Del resto la materia prima stessa è

cambiata, le tostature sono più chiare e per esse-

re lavorata ha bisogno di una maggiore precisione

nella tecnica di erogazione”. Insomma, questa “M”

è cambiata. “Anche le macchine prima erano tutte

un po’ simili, oggi hanno parametri e tecnologie

sofisticate, il barista non è più unmero operatorema

diventa una sorta di “chef”, alle prese con un grande

ingrediente che deve sapere trattare. È necessaria

una maggiore competenza per estrarre una giusta

tazzina. Bisogna fare continuamente prove per ogni

tipologia cambiando la temperatura e con l’assaggio

selezionare il profilo migliore”.

ANDREJ GODINA

E FRANCESCO SANAPO,

CON “UN CAFFÈ

IN TOSCANA”

– cercare materie prime di qualità, non fermarsi al brand

– studiare l’acqua

– scegliere un macinino con prestazioni eccellenti

– scegliere la macchina e il brand più adatto alle nostre esigenze

(a seconda della tipologia e dei volumi del locale)

– studiare, studiare, studiare: nel mondo del caffè non si finisce

mai di imparare

– l’estrema pulizia dell’attrezzatura è fondamentale

– anche le tazze devono essere pulite: evitare di lavarle insieme

a quelle del cappuccino, si rischia che sappiano di latte

– il caffè deve essere fresco e macinato al momento, il pacco

va usato in giornata

– è necessaria una macchina termicamente stabile, poi sta all’operatore

selezionare la giusta temperatura per quel tipo di caffè: anche mezzo

grado di differenza influenza il risultato in tazza

– allenarsi a riconoscere la rancidità del caffè in sacco: può capitare

e nel caso emana un caratteristico odore

FRANCESCO SANAPO

ANDREJ GODINA

I consigli