tecnologico non deve essere necessariamente poco sano
o innaturale. Edible Growth è sano, naturale e sostenibile,
cresce sul posto e non ha packaging. È un esempio di un
prodotto alimentare futuro che unisce le nuove tecnologie
e le pratiche autentiche ed originarie della crescita, della
fermentazione e del nutrimento”.
Come funziona? Si stampano “fogli” che contengono
spore, semi e lieviti. Entro cinque giorni i germogli e
i funghi iniziano a crescere e il lievito fa fermentare
il terreno solido che diventa liquido. Man mano che
cambia l’aspetto del prodotto, varia l’odore e l’intensità
del gusto: dunque il consumatore può decidere in che
fase vuole mangiarlo.
COLLECTION
/
Mixer
45
per far accettare i “nuovi cibi” che stanno già en-
trando nelle cucine e nell’immaginario dei consu-
matori, e in particolare l’alternativa alle proteine
animali provenienti da allevamenti giudicati ormai
sempre più insostenibili per l’uomo e l’ambiente,
eticamente ed economicamente. Expo ha di fatto
se non sdoganato (a questo ci ha pensato l’Unione
europea) “messo sul piatto” l’utilizzo di insetti per
l’alimentazione, sotto forma di farine ad esempio,
ma “in coda” per entrare nelle nostre tavole ci sono
gli alimenti realizzati in laboratorio, carne, latte e
uova in primis.
È ancora presto parlare di commercializzazio-
ne
anche se molte start up stanno raccogliendo
fondi su piattaforme come Kickstarter per poter
realizzare la propria foodprinter su larga scala.
Intanto però a Berlino un bar, Dimension Alley,
ha già fatto della stampa 3D (non-food) un busi-
ness e un “marchio di fabbrica”: tra un caffè e un
tramezzino, propone stampa di oggetti, prototipi
per creativi e professionisti e gadget fai-
da-te, nonché corsi per adulti e bambini.
M
CON L’OLANDESE TNO BARILLA HA SVILUPPATO UNA
STAMPANTE IN GRADO DI STAMPARE FORME
DI PASTA IN 3D (4 OGNI 2 MINUTI). E HA INDETTO
UN CONCORSO INTERNAZIONALE PER TROVARE
NUOVE FORME DI PASTA. ECCO I VINCITORI
disponendole in un database. Già oggi sapere che
un cliente è vegetariano o segue una dieta halal o
kasher è utile per proporgli unmenù personalizzato.
Ma in futuro potrebbe essere possibile – grazie alla
personalizzazione “one-to-one” delle stampanti
3D – realizzare piatti che seguono le indicazioni
nutrizionali richieste non solo dallo stato di salu-
te del cliente e dalle sue eventuali patologie, ma
addirittura dalla sua impronta genetica. Sono già
normalmente utilizzati test genetici che indicano
quali sono gli alimenti più adatti al proprio DNA.
D’altro canto la stampa 3D, che consente di con-
ferire a ogni piatto un aspetto bello, gradevole
o semplicemente simile all’originale (ricordiamo
che si parte sempre da “impasti” trasformabili in
qualsiasi forma), potrebbe anche essere utilizzata




