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APR. MAG. 2017

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IN CUCINA

DI ELENA CONSONNI

Caratteristiche e strumenti identificativi di due tra le

più pregiate razze nazionali e qualche suggerimento

per utilizzare tutti i tagli e garantire la sicurezza

Carne italiana, istruzioni

per l’uso

L

a carne èparticolarmente

di moda tra i ristoratori:

si moltiplicano le cate-

ne, hamburgherie, steak

house... di livello più omeno elevato.

Sui menù appaiono carni di pregio,

si spiegano i tagli e le loro caratte-

ristiche.

Tra le italiane, una delle più gettonate

è quella piemontese, per cui lo scorso

marzo è stata approvata la denomina-

zioneVitelloni Piemontesi dellaCoscia

Igp, ancora non operativa. «Entro il

2018 - spiega Giuseppe Franco, vice-

direttoredi Coalvi, Consorziodi Tutela

dellaRazzaPiemontese-cidovrebbero

essere i primi capi IGP. Oggi i tagli di

carne piemontese venduti nelle ma-

cellerie a marchio Coalvi, oltre ai dati

obbligatori per legge (Paesedi nascita,

allevamento, macellazione) riportano

razza, data di nascita edimacellazione

del capo, il nome dell’allevatore e il

comunediallevamento.Latracciabilità

è completa e l’allevatore ci mette la

faccia. Gli impianti di sezionamento

che aderiscono al nostro Consorzio

possono indicare Razza Piemontese

in etichetta». La piemontese si distin-

gue per il ridotto contenuto di grassi

(2%) conunaprevalenzadi acidi grassi

polinsaturi (60%) rispetto ai saturi. «La

nostra carne – sottolinea – si presta

per le preparazioni crude (battuta al