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DIC. GEN. 2017

21

alla cucina tradizionale, del gusto

e delle eccellenze. L’evoluzione è

diversa: parte da zone come la To-

scana o il Monferrato e viene copiata

nelle grandi città”.

Rimanendo in tema di tradizione,

anche se a voltemolto rimaneggiata,

un altro trend individuato da Meo

è quello dello street food. “Questa

tendenza è anche legata a questioni

economiche – sostiene - aprire un

ristorante oggi è costoso; avviare

un’attività del genere molto meno.

È l’entry level per la ristorazione.

Una tendenza parallela è l’imper-

versare dei gastromercati, copiati

da quelli storici spagnoli, in cui si

può mangiare. In Italia ne stanno

nascendo ovunque,

forse troppi, e sono

un po’ snaturati co-

me mercati perché

non si compra più,

ma si consuma sol-

tanto”.

Infine Meo eviden-

zia una tendenza

strutturale, più che

gastronomica. “Stan-

no nascendo in Italia

– racconta - microcatene locali che

insistono su territori ristretti. Que-

sto fenomeno è interessante perché

in Italia da sempre la ristorazione

era divisa tra operatori individua-

li e grosse catene commerciali. In

mezzo c’era il nulla. Oggi ci sono

queste nuove realtà, tra cui non

mancano operazioni di qualità”.

TRADIZIONE AL PASSO COI

TEMPI.

E gli chef che ne pensa-

no? Danilo Angè, membro di APCI,

intravede il ritorno a una cucina

solida, in cui la tradizione viene

rivisitata, con un occhio all’inno-

vazione, soprattutto nelle tecniche.

“Nonostante se ne parli da anni –

sottolinea - per la grande massa

della ristorazione alcune tecniche,

come la bassa temperatura, non

sono ancora prassi consolidate. La

ristorazione buona, ma non di livel-

lo top, sta arrivando ora dove gli

Danilo Angè

chef più all’avanguardia

hanno già sperimentato.

Forse si tratta semplice-

mente di una maggiore

curiosità da parte di chi

fa un certo tipo di cucina

nei confronti di tutto ciò

che è nuovo”.

Angè invita a non dare

troppo peso ai fenomeni

che esplodono per poi rientrare in

breve tempo, come le hamburgerie.

“Temo però – si rammarica – che

continuerà il fenomeno delle aper-

ture e chiusure lampo che ha toccato

il massimo nel 2015 con EXPO: non

ci si improvvisa ristoratori. Purtrop-

po questo fenomeno non fa male

solo a chi apre e subito chiude,

ma a tutta la ristorazione perché

foto © Ioris Premoli