GIU. LUG. 2015
49
pena ricordare che un olio di
eccellente qualità, non tratta-
to chimicamente ed estratto
a freddo, se esposto alla luce
dopo un po’ di tempo irran-
cidisce. Per questo motivo al
consumatore attento risulterà
strano ritrovarsi sulla tavola un
olio contenuto inuna bottiglia
trasparente, bianca, presenta-
to come genuino o addirittura
etichettato come “pressato a
freddo”.
ILPUNTODI FUMO.
La scelta
dell’olio di cottura deve tener
presente del dato tecnico rap-
presentato dal punto di fumo.
Si tratta della temperatura alla
quale lemolecoledi acidi gras-
si subiscono delle variazioni fi-
siche,saturandosieproducen-
do delle sostanze tossiche per
l’organismo.
Dal punto di vista organoletti-
co il prodotto che ne risulta è
di peggiore qualità. Anche in
questo caso rischiamo di an-
dare incontro a una contrad-
dizione poiché tanto migliore
è la qualità dell’olio, e questo
dipende dal numero di acidi
grassi polinsaturi che lo com-
pone,tantopiùvulnerabilealla
saturazione sarà lo stesso e di
conseguenza sarà più basso il
suo punto di fumo. Si potreb-
be pensare, dunque, di utiliz-
zare un olio saturo perché ha
un punto di fumo più elevato.
Concettualmente sarebbe un
discorso corretto se non fosse
per il fatto che i grassi saturi
sono di per sé dannosi per la
salute. Qualche esempio ci
aiuterà a comprendere me-
glio. L’olio extravergine d’oliva
ha unpuntodi fumo intorno ai
210°, quello di semi di girasole
inferiore a 130°, quello di ara-
chidi intorno ai 180°, quello di
palma 240°.
Dal punto di vista pratico ci
comporteremo come segue.
Fermo restando che una frittu-
ra non èmai una cosa salutare,
possiamo accettare di propor-
lama se vogliamo dare qualità
al nostro lavoro, la faremo nel-
la miglior maniera possibile; ci
forniremo di un termometro
da cucina per mantenere co-
stante la temperatura dell’o-
lio ed evitare il superamento
del punto di fumo, preferen-
do quelli più adatti al tipo di
preparazione che vogliamo
presentare. È difficile nella ri-
storazione poter friggere con
l’olio d’oliva: i quantitativi sono
eccessivi per mantenere dei
costi accettabili, salvo le debi-
teeccezioni.Converràdunque
scegliereunoliodisemitraipiù
affidabili per le temperature,
ma che non sia di per sé ne-
gativo già in origine. Esclude-
remo dunque l’olio di palma e
lavoreremo con olio di arachi-
di o di girasole a seconda del
tipo di cottura che vogliamo
impostare.
SULL’OLIO DI PALMA.
L’o-
pinionepubblicacontrol’uti-
lizzo di questo tipo di olio sta
premendo sempredi più, so-
prattutto dopo il novembre
del 2014 quando le aziende
hanno dovuto dichiarare in
etichetta l’origine dell’olio e
non semplicemente la dizio-
ne generica di olio vegetale.
L’olio di palma presenta due
inconvenienti che non sono
per nulla compensati dall’e-
levato punto di fumo. Il pri-
mo è la grande percentuale
di acidi grassi saturi che lo
compone, grassi che più volte
sono stati indicati come una
delle cause principali delle pa-
tologie cardiovascolari. Diversi
studi indicano proprio nell’aci-
do palmitico, saturo e a lunga
catena,propriocomeipeggio-
ri grassi animali, un elemento
particolarmente nocivo per il
nostro corpo.
Il secondo punto negativo di
questo olio è rappresentato
dall’importante minaccia alla
sostenibilità ambientale. La
grande richiesta, dovuta esclu-
sivamente al suo basso costo
e alla facilità di utilizzo in gran
parte dei prodotti alimentari
di tipo industriale, ha fatto in
modo che i produttori distrug-
gessero una grande quantità
di terreni per piantare alberi di
palma, sia in Indonesia, princi-
paleproduttore,sia,ingenerale,
nelle regioni subtropicali asiati-
che.Questostaminacciando in
modoimpressionanteelemen-
ticomelabiodiversità,laqualità
ambientale e la sopravvivenza
di diverse specie animali.
Poiché le cose cambieranno
in breve tempo, visto che l’opi-
nione pubblica sta orientando
molte grandi aziende su scel-
te alternative, più sostenibili e
salutari, è corretto escludere
questo tipodi oliodalla propria
attività.
*Alberto Fiorito,
medico,
nutrizionista,
esperto in
medicine non
convenzionali.
Si occupa
prevalentemente
di educazione
alla nutrizione e
prevenzione primaria.
Autore di diversi libri nel
settore, l’ultimo dei quali,
“Mangia bene, cresci bene”
edito da Gribaudo, cerca di
coinvolgere i genitori in un
processo di cambiamento
dello stile di vita dei loro
ragazzi.
Può essere seguito sul sito
www.governodellasalute.com




