Qualitaly_78 - page 3

DIC. GEN. 2014
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i sia permesso un riferimento personale: l’altro giorno stavo preparando
una torta e mi sono accorta che il mio rudimentale robot da cucina aveva
qualche problema a causa della perdita di una guarnizione. Conseguenza
di ciò è stata l’erosione progressiva della plastica del pezzo superiore do-
vuta alla rotazione del supporto dello sbattitore. Inutile sottolineare come
la mia preoccupazione di veder saltar via i pezzi da un momento all’altro abbia decisamente
frustrato le mie velleità di pasticciera, da un lato, e, dall’altro, stimolato una riflessione circa
l’opportunità (certa) di acquistare un robot integro e, decisione per me più complessa, circa
la tipologia, la marca, eccetera eccetera del nuovo attrezzo.
Questo piccolo episodio mi permette di introdurre una delle tematiche di questo numero, alla
quale io stessami sono appassionata, proprioperché quello delle piccole attrezzature da cucina
non è soltanto un aspetto riservato agli addetti ai lavori, ma un approfondimento fruibile da
chiunque abbia avuto l’esperienza di intrattenersi tra i fornelli. L’attrezzatura da cucina, da
sola, non basta a creare un cuoco, ma certamente, lasciatemi dire … aiuta! Operazioni quasi
banali, come sbucciare una mela o montare un albume, o anche leggermente più impegna-
tive come saper tagliare una verdura o qualsiasi altro alimento in un modo piuttosto che in
un altro possono realmente fare la differenza tra un piatto anonimo e una presentazione di
classe. Ecco perché abbiamo deciso di focalizzare la nostra attenzione sui piccoli strumenti,
dai quali talvolta dipende la creazione di un grande risultato.
Passando ad un altro argomento, mi piace porre in stretta relazione la sezione dedicata all’olio
d’oliva, che è un prodotto immancabile nella nostra dispensa, con una tecnica di preparazione
tutt’altro che scontata: quella della frittura. Non ho la competenza per diffondermi né sull’una
né sull’altra cosa, ma come sempre tento qualche osservazione dal lato del cliente.
L’olio ‘buono’ cambia la prospettiva del nostro palato, e cambia anche la prospettiva della
valutazione della scelta di un ristorante. Trovare sulla tavola una bottiglia di olio di livello,
magari da poter degustare a crudo in attesa delle pietanze, contribuisce a creare un’impressione
positiva che resta impressa anche a lungo.
L’olio è un prodotto affascinante, che evoca immagini romantiche della raccolta delle olive e
che viene bene a chi lavora con passione, senza mai dimenticare il legame con la terra. Più di
una regione, nella nostra Italia, è legata proprio alla produzione dell’olio, e in ciascun luogo
se ne respira la tradizione, che si riflette nella peculiarità del gusto. Per condire o per cucina-
re, non ne possiamo fare a meno. E, appunto, ci può servire anche per friggere: la soluzione
della disputa se per la frittura sia meglio l’olio di oliva o quello di semi non è compito che mi
spetta, mentre posso sicuramente affermare, ponendomi come portavoce dei frequentatori
dei ristoranti, che la frittura è un piatto che si ordina soltanto ad uno chef di fiducia; che sia
buonissima non possiamo negarlo, ma solo se non è pesante, se non è troppo unta, se la pa-
stella è fatta a regola d’arte. Leggete i nostri consigli, perché si può sempre imparare qualcosa
di nuovo da aggiungere al proprio bagaglio.
Non mi resta che un accenno al problema della freschezza degli ingredienti, che si lega con la
tempestività della consegna. Di qui le questioni relative al trasporto, che occupano una parte
non secondaria della nostra proposta di questo mese. Buona lettura!
Pietanze e molto altro
EditorialE
Francesca Pulitanò
direttore responsabile
Qualitaly Magazine
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