AGO. SET. 2013
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ai come in questo momento la tentazione del low cost, sospinta
da una generale propensione alla ricerca di convenienza in tutte
le sue forme, sta diventando l’arma letale che molte aziende
adottano per affrontare i consumi sempre più bloccati. Ma la
decisione cui arriva la gran parte di queste aziende è un po’
da ultima spiaggia: o la va o la spacca! Invece una politica low cost è il punto di
arrivo di una struttura organizzativa al più alto grado di efficienza. Non è certo
il punto di partenza. Perché altrimenti si rischia di ridurre il costo (per il cliente)
riducendo sempre più la qualità del prodotto.
E quando si parla di ristorazione e di cibo non può essere la strada giusta. Tanto
più che proprio in questi anni di estrema difficoltà per i consumi, abbiamo assistito
a una polarizzazione della domanda che ha premiato (e sta premiando) il cibo di
qualità: il biologico è in aumento un po’ dovunque, i prodotti Dop, quelli più fa-
mosi, risentono meno della caduta della domanda, il vino a denominazione regge
ancora. Insomma a tavola ci si vuole ancora premiare. In grande distribuzione i
prodotti private labe premium crescono a tassi superiori di altri. Certamente que-
sto non vuol dire che si spende di più, perché le attività promozionali aumentano
anche loro. Ma esiste una forte attenzione degli italiani per il cibo di qualità. E
per chi si occupa professionalmente di cibo e di ristorazione questi segnali non
sono da sottovalutare.
Per questo motivo è tempo di riconcentrare l’attenzione sul concetto di value for
money, di giusta qualità al giusto prezzo.
Su questo percorso la Cooperativa Italiana Catering si è mossa da tempo eserci-
tando un severo lavoro di selezione dei fornitori, di controllo dei prodotti scelti, di
capitolati di fornitura precisi e controllati nei confronti dei fornitori e delle aziende
che collaborano nella realizzazione dei prodotti amarchio. Se dovessi esprimere una
percentuale del tempo impiegato lavoro dai collaboratori delle imprese associate,
direi che più del 60% è dedicato a ricercare e selezionare prodotti e fornitori che
possano dare sempre di più in termini di caratteristiche organolettiche, di rese in
cucina, di qualità complessiva a un prezzo sostenibile per i nostri clienti. Il low cost
non può essere la risposta risolutiva. Forse può strizzare l’occhio al consumatore,
ma chi lo persegue fa una politica di breve respiro, che non costruisce le premesse
per uno sviluppo duraturo che, invece, dobbiamo avere tutti bene in mente.
VALUE FOR MONEY PER NON
ABBASSARE LA GUARDIA
C’è attenzione
degli italiani al
cibo di qualità
Per questo
non bisogna
ascoltare
le chimere
del low cost
IL PUNTO DEL
PRESIDENTE
Italo Nebiolo
presidente Cooperativa
Italiana Catering