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IN DISPENSA

I

numeri parlano chiaro. Il 2016

ha registrato un netto segno

positivo per la produzione e il

mercatodel ProsciuttoCrudodi

Parma: circa 9.000.000 di prosciutti

(con una crescita del 2,8% rispetto

al 2015) e un’esportazione di quasi

3.000.000di pezzi conunaumentodel

1,2%, il tuttoper un fatturatoche sfiora

i 300 milioni di euro. Analizzando

anche i singoli Paesi, è facile notare

come la Dop emiliana rappresenti

un’eccellenza assoluta, riconosciuta

a livello mondiale dalla ristorazione

e dai singoli utenti, nonostante il calo

complessivo del consumo di carni:

gli Stati Uniti hanno registrato un

netto 7% di crescita, confermandosi

tra i più “affezionati” al prodotto, a

seguire Francia e Germania, rispetti-

vamente con un più 4% e 3%. Buone

prospettive anche da Brasile e Cina

che, nonostante le “diversitàgastrono-

miche”, si posizionano come mercati

emergenti, letteralmente attratti dal

Prosciutto Dop di Parma.

Il merito del successo di questo pro-

dotto è dettato da un mix di elemen-

ti che identificano il Prosciutto di

Parma come una delle Dop italiane

più esportate e richieste, un insieme

di qualità nutrizionali, un discipli-

nare di produzione rigidissimo che

contempla e controlla tutte le fasi

di lavorazione, dall’allevamento dei

La corona regale

del Prosciutto di Parma

Soggetto a una lunga serie di controlli per garantirne la qualità, il Prosciutto di

Parma Dop è un esempio di quanto sia indispensabile la tracciabilità dell’intera

filiera, dall’allevamento sino al consumo. Un Made in Italy di grande valore

amato dalla ristorazione mondiale

suini fino al marchio della Corona

a cinque punte, il simbolo assoluto

che dà la garanzia che ciò che si sta

mangiando è il Crudo di Parma. Tutti

fattori compresi in un’unica parola:

tracciabilità.

LA FORZA DEL CONSORZIO

A dare un supporto fondamentale il

Consorzio di produzione, in prima

fila dal 1963 per la valorizzazione e

la salvaguardia del Prosciutto. “Sia-

mo un modello economico assolu-

tamente peculiare che vede piccole

e medie aziende legate a un singolo

prodotto e al suo territorio.” Dichiara

il Presidente Vittorio Capanna. “No-

nostante siano trascorsi diversi anni

dalla fondazione, e il passaggio di un

secolo, l’obiettivo è rimasto invaria-

to: dare ai nostri clienti un prodotto

buono, sano e di qualità, attraverso

un’adeguata tutela e promozione.

Di sicuro le modalità di lavorare del

Consorzio si sono adeguate ai tempi,

soprattutto in seguito alle profonde

trasformazioni del comparto food e

dell’agroalimentare in genere. Basti

pensare alle nuove normative, alle

diverse esigenze di consumo, alla

comunicazione digitale e ai canali

di vendita.

Dall’allevamento al marchio della

Corona: quali i passaggi fondamen-

tali? Quali sono le maggiori esi-

genze e le maggiori difficoltà che

i consorziati devono affrontare?

Ogni anello della filiera produttiva ha

OTT. NOV. 2017

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DI MADDALENA BALDINI

Vittorio Capanna