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NOVEMBRE/DICEMBRE 2014
La neonata coalizione potrà contare sui
punti di forza delle due realtà. Conad
porterà infatti in dote nel “matrimonio”,
la diffusione sull’intero territorio (è pre-
sente in 1.468 Comuni e in 108 Province
con 3.019 punti di vendita associati) e
la validità dei suoi prodotti a marchio
che - proponendo la stessa qualità delle
referenze leader, ma a un prezzo inferiore
del 30% - sono arrivati oggi a generare un
quarto delle vendite dell’insegna.
Finiper, invece, assicurerà il proprio con-
tributo sul fronte del non-food, ben rap-
presentato dagli ipermercati e dai punti
di vendita U2.
I due Gruppi svilupperanno quindi una
collaborazione comune su quest’ultimo
fronte così da scambiare le rispettive co-
noscenze nei servizi e negli assortimenti,
con specifica attenzione agli ipermercati.
Il tandem costituirà inoltre una valida
premessa per l’apertura di nuovi cantieri
di lavoro nell’ambito della logistica e dei
comparti a più alto tasso di innovazione,
come gastronomia, pescheria, affettati.
Senza dimenticare la valorizzazione dei
prodotti autenticamente italiani.
L’accordo si rifletterà quindi nella fase di
negoziazione, con l’obiettivo di sviluppa-
re nuovi prodotti insieme a fornitori sia
nazionali sia internazionali.
Ma non è tutto. Riflessi positivi potrebbe-
ro prodursi anche sul fronte estero, alla
luce della già consolidata partecipazione
di Conad in Core, la centrale creata lo
scorso anno insieme ai belgi di Colruyt,
agli svizzeri di Coop e ai tedeschi di Rewe,
dopo che i quattro gruppi avevano uf-
ficializzato la fuoriuscita da Coopernic.
Una centrale dal respiro europeo (alla
cui presidenza è di recente stato nomi-
nato Fancesco Pugliese), che a gennaio
SCENARIO
IL COMMENTO DI FEDERDISTRIBUZIONE
T
ratto comune di molte operazioni siglate in questo
autunno è stato guardare oltre con ne. A spiegare
quali elementi spingono verso questa
tendenza, è il presidente di Federdistribuzione,
Giovanni Cobolli Gigli (a anco). «Storicamente
la Gdo italiana non è riuscita ad estendere
il proprio business oltre i con ni nazionali,
contrariamente a quanto accaduto a imprese
di altri Paesi come Francia, Inghilterra o
Germania. Ciò si è veri cato principalmente
a causa di una normativa, nazionale e
locale, che ha sempre reso dif coltoso
e ostacolato lo sviluppo della Gdo, impedendole così di
ottenere le dimensioni necessarie per ampliare il raggio
d’azione oltre con ne. Il risultato è che il tessuto
della Gdo in Italia è prevalentemente composto
da imprese (per l’80% nazionali) di dimensioni
medie che operano su base regionale o
multi-regionale. Un sistema polverizzato ben
diverso da quello di altri Paesi: infatti, la
quota di mercato dei primi 3 gruppi in Italia
è pari al 35% contro il 61% della Germania
e dell’Inghilterra o il 54% della Spagna e il
53% della Francia.
61%
QUOTA DI MERCATO APPANNAGGIO
DEI PRIMI TRE GRUPPI
IN GERMANIA E UK
ACCORDO
SIGLATO CON
ALLEANZA CON
SCIOGLIMENTO
GRUPPO




