IN TAVOLA
DIC. GEN. 2017
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E
cco il momento delle stime,
dei rapporti e delle statisti-
che di inizio anno. Messi da
parte i pareri di sommelier
ed esperti di settore, sistemate le guide
sugli scaffali delle librerie e guardati di
sfuggita i grafici dell’export del vino,
resta un solo quesito: quali saranno le
tendenze del 2017? Cosa chiederanno
i milioni di italiani (e non solo) che
siederanno al tavolo di un ristorante o
al bancone di un winebar? I commenti
e le tendenze (come sempre capita) ab-
bondano, tra pareri e voci discordanti,
tra bottiglie ‘made in Italy’ e vini che
DI MADDALENA BALDINI
giungonodaoltreconfine,nonsolodal-
le vicine Francia e Spagna, ma anche
da America e Nuova Zelanda.
Si parte in maniera facile… restando
deliziosamente impigliati nel perlage
della spumantistica italiana. Sempre
tra i preferiti gli sparkling wine di
Franciacorta e Trentino anche se svet-
ta l’intramontabile Prosecco, con una
richiesta in costante aumento in tutto
il mondo. Un nome e un vino talmente
notidaessereusatierroneamentecome
abito identificativo di tutto ciò che si
versa nella flûte. Di certo un limite (o
mancanzadiprofessionalità)dimoltilo-
cali che, inmodo sbrigativo, chiamano
Prosecco spumanti che dell’inimitabile
tipologia italiananonhannonemmeno
lontanamente profumo e gusto.
Accanto alle peculiarità di queste bol-
licine, bisogna fare spazio alla ricerca
di freschezza, di profumi fruttati, a
un’equilibrata acidità, alla sapidità e
a quel gradevole aroma erbaceo: ed
ecco l’aumento dei consumi dei Sau-
vignon, prodotti non solo nel vecchio
continente, come quelli ben noti che
giungono dalla Loira, ma anche quelli
di “moderna” produzione che arrivano
dalla Nuova Zelanda.
Dai grandi rossi agli Orange Wine, i vini conservati in anfore di terracotta. Un
mix di tendenze da mettere nel calice, tra biologico e vegano, il tutto sempre
primeggiato dal Prosecco
Come sarà il 2017?
Guardiamolo dal bicchiere




