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IN TAVOLA

DIC. GEN. 2017

34

E

cco il momento delle stime,

dei rapporti e delle statisti-

che di inizio anno. Messi da

parte i pareri di sommelier

ed esperti di settore, sistemate le guide

sugli scaffali delle librerie e guardati di

sfuggita i grafici dell’export del vino,

resta un solo quesito: quali saranno le

tendenze del 2017? Cosa chiederanno

i milioni di italiani (e non solo) che

siederanno al tavolo di un ristorante o

al bancone di un winebar? I commenti

e le tendenze (come sempre capita) ab-

bondano, tra pareri e voci discordanti,

tra bottiglie ‘made in Italy’ e vini che

DI MADDALENA BALDINI

giungonodaoltreconfine,nonsolodal-

le vicine Francia e Spagna, ma anche

da America e Nuova Zelanda.

Si parte in maniera facile… restando

deliziosamente impigliati nel perlage

della spumantistica italiana. Sempre

tra i preferiti gli sparkling wine di

Franciacorta e Trentino anche se svet-

ta l’intramontabile Prosecco, con una

richiesta in costante aumento in tutto

il mondo. Un nome e un vino talmente

notidaessereusatierroneamentecome

abito identificativo di tutto ciò che si

versa nella flûte. Di certo un limite (o

mancanzadiprofessionalità)dimoltilo-

cali che, inmodo sbrigativo, chiamano

Prosecco spumanti che dell’inimitabile

tipologia italiananonhannonemmeno

lontanamente profumo e gusto.

Accanto alle peculiarità di queste bol-

licine, bisogna fare spazio alla ricerca

di freschezza, di profumi fruttati, a

un’equilibrata acidità, alla sapidità e

a quel gradevole aroma erbaceo: ed

ecco l’aumento dei consumi dei Sau-

vignon, prodotti non solo nel vecchio

continente, come quelli ben noti che

giungono dalla Loira, ma anche quelli

di “moderna” produzione che arrivano

dalla Nuova Zelanda.

Dai grandi rossi agli Orange Wine, i vini conservati in anfore di terracotta. Un

mix di tendenze da mettere nel calice, tra biologico e vegano, il tutto sempre

primeggiato dal Prosecco

Come sarà il 2017?

Guardiamolo dal bicchiere