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DIC. GEN. 2016

7

QI NEWS

N

ell’«Italia dello zero

virgola», in cui le va-

riazioni congiuntura-

li degli indicatori economici

sono ancora minime, con-

tinua a gonfiarsi la bolla del

risparmio cautelativo e non

si riaccende la propensione

al rischio. Ma c’è una piatta-

forma di ripartenza del Pae-

se: una geografia dei vincenti

che gioca sul driver dell’ibri-

dazione di settori e compe-

tenze tradizionali. Che così si

trasformano: è il nuovo Italian

style.

Il 49esimo Rapporto Censis

dipinge un’Italia in “letargo

esistenziale”, dove famiglie e

imprese restano in un recin-

to securizzante, ma inerziale:

un limbo fatto di mezze tin-

te. Tuttavia si va costruendo

uno sviluppo fatto di basi

storiche, capacità inventiva e

naturalezza dei processi oggi

vincenti.

IL SUCCESSO DELLA GA-

STRONOMIA.

Oggi il primo

fattore di riposizionamento

dei vincenti è il rapporto con

la globalità, profondamente

modificato dall’abbattimen-

to delle barriere e dei costi

di ingresso grazie al digitale.

Chi negli anni delle ristrettez-

ze interne ha vinto ogni pul-

sione protezionista o di pura

trincea, ed è andato verso

l’esterno assumendosene i

rischi e accettando le sfide,

adesso incassa il dividendo

di tale scelta. Le esportazio-

ni valgono il 29,6% del Pil.

Nonostante il contraccolpo

causato dalla crisi dei mercati

emergenti, hanno continua-

to a crescere anche negli anni

della crisi e nei primi nove

mesi dell’anno segnano un

+4,2% rispetto allo stesso pe-

riodo dell’anno precedente.

Vincono i produttori di mac-

chine e apparecchiature, con

un surplus di 50,2 miliardi di

euro nel 2014, e l’Italia oggi

è leader nella produzione di

macchinari per produrre al-

tri macchinari. Vince l’agro-

alimentare, che nell’anno

dell’Expo fa il boom di espor-

tazioni (+6,2% nei primi otto

mesi del 2015) e riconquista

la leadership nel mercato

mondiale del vino (con oltre

3miliardi di export).Vincono i

comparti consolidati dell’ab-

bigliamento (+1,4%di export

nei primi otto mesi dell’an-

no), della pelletteria (+4,5%),

dei mobili (+6,3%), dei gioielli

(+11,8%). E vince un settore

trasversale per vocazione

come quello creativo-cultu-

rale, con 43miliardi di export.

Ma a contare veramente non

è un pur importante segno

positivo negli indicatori con-

giunturali.

Il vero «X factor» sta inuna rin-

novata ibridazione di settori

e competenze tradizionali

che produce un nuovo stile

italiano: il risultato di questa

ibridazione è una trasforma-

zione dei settori tradizionali.

Il design e la moda ne sono

l’archetipo (ibridazione di

qualità, saper fare artigiano,

estetica, brand).

Oggi il successo della gastro-

nomia italiana ha agganciato

lo sviluppo della filiera agroa-

limentare, legandolaancheal

turismo, allebellezzepaesag-

gistiche e culturali del Paese,

grazie anche al volano delle

piattaforme digitali.

IL TURISMO POLIMORFO.

Il

settore turistico ha registrato

un costante incremento dei

flussi anche negli anni del-

la crisi. Dal 2000 il numero

complessivo di arrivi nel ter-

ritorio italiano è aumentato

del 33,3%, raggiungendo nel

2014 la cifra record di 106,7

milioni, con 378,2 milioni di

presenze.

L’incremento maggiore ri-

guarda gli arrivi di stranieri:

sono stati 51,7 milioni nell’ul-

timo anno (+47,2% tra il 2000

e il 2014) e pesano ormai per

il 48,4% del totale. Ma anche i

turisti italiani sono aumentati

del 22,4% nel periodo: sono

stati 55 milioni nell’ultimo

anno. E i dati più recenti di-

sponibili, riferiti al primo se-

mestre del 2015, confermano

il trend di crescita: +1,8% di

arrivi complessivi e +3,2% di

turisti stranieri rispetto allo

stesso semestre dell’anno

precedente.

La platea degli estimatori del

nostro Paese è sempre più

globalizzata. Dal 2010 a oggi

sonoicinesi(+137,9%),icore-

ani (+70,8%), i russi (+56,6%)

e i brasiliani (+31,4%) gli stra-

nieri per i quali si registrano

le più forti variazioni positive.

E il turismo diventa diffusivo:

gli arrivi nelle località marine

(+17,2% nel triennio 2010-

2013) e montane (+15,2%)

ora crescono più di quelli

nelle città di interesse stori-

co e artistico (+13,2%), tradi-

zionalmente mete prioritarie

per gli stranieri soggiornanti

in Italia.

Dal lato dell’offerta, nel pe-

riodo 2010-2014 gli arrivi

nelle strutture extralberghie-

re (+23,8%) sono aumentati

molto più di quelli nelle strut-

ture alberghiere (+16,5%):

+42,6% nei bed & breakfast,

+33,2% negli agriturismi,

+27,9% negli alloggi in affit-

to. E poi c’è il caso Roma: il

Colosseo nel 2014 ha avuto

6,2 milioni di visitatori (erano

2,5 milioni nel 2000: +148%),

i Musei Vaticani 5,8 milioni di

visitatori (3 milioni nel 2000:

+93%), Castel Sant’Angelo 1

milione di visitatori (590.000

nel 2000: +69%).

CENSIS: TURISMO

E GASTRONOMIA

TRA I VINCENTI

NELL’ITALIA DEL

DOPO CRISI