Table of Contents Table of Contents
Previous Page  54 / 76 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 54 / 76 Next Page
Page Background

DIC. GEN. 2018

52

semilavorati che si impiegano nella

preparazionedelle ricette, siadei piatti

cucinati e non serviti al momento. «In

entrambi i casi – prosegue – i prodotti

vannomantenuti ben chiusi nelle loro

confezioni ed etichettati, se possibile

tenendo separati quelli di classi dif-

ferenti. Di ogni prodotto deve esse-

IN DISPENSA

re indicato l’elenco degli ingredienti,

anche se si tratta di piatti preparati

in cucina. Ci tengo a precisare che

il flusso di informazioni tra materie

prime e prodotti finiti è un approccio

introdotto con la Circolare del Mini-

stero della Salute datata 6 febbraio

2015. È quindi un obbligo di legge.

Se non si garantisce questa tracciabi-

lità interna, c’è il rischio di incorrere

in sanzioni fino a 3.500 euro, anche

se per ora non ho visto comminare

nessuna multa per questo motivo».

DALLATRACCIABILITÀALLACO-

MUNICAZIONE

Se un ristoratore sa alla perfezio-

ne cosa contiene ogni suo piatto,

comunicarlo agli avventori non è

difficile. «Il mio suggerimento – spie-

ga Valerio Sarti – è di preparare un

quadro allergeni, una tabella in cui

indicare, con semplici crocette, le

corrispondenze ricette/allergeni. La

tabella va aggiornata ogni volta che

si cambia il menù o si sostituisce

qualche ingrediente, ma permette

di creare un archivio allergeni per-

sonalizzato semplice da utilizzare.

La comunicazione al cliente è l’atto

finale di questo processo e può es-

sere spinta - se sei convinto del tuo

operato e vuoi proporti come locale

di riferimento per gli allergici che

vogliono mangiare fuori – o ridotta

al minimo. In base alla mia esperien-

za, per ora le autorità di controllo

si accontentano di trovare il libro

unico degli allergeni e l’indicazione

“per ulteriori informazioni rivolgiti al

personale di servizio”. Credo che non

stiano insistendo troppo su questi

aspetti per dare tempo alle aziende

di adeguarsi, ma che sia solo que-

stione di tempo e quindi è bene che

le società di ristorazione inizino a

strutturarsi per garantire agli allergici

lamassima tutela possibile. Amio av-

viso, come a inizio degli anni 2000 è

stato chiesto ai ristoratori di investire

sulla sicurezza puntando sugli aspetti

microbiologici, questa epoca dovreb-

be essere quella dell’ampliamento di

questo approccio agli allergeni, che

sono molto più delicati e complicati

da gestire».

Il suggerimento

Spesso gli allergici sono i primi a segnalare il proprio problema in fase

di prenotazione. Se non avviene, informarsi sulle eventuali allergie in

quel momento può aiutare a gestire meglio il servizio. Una buona prassi

è quella di suggerire agli allergici di recarsi a mangiare presto, perché

a inizio servizio è molto più facile evitare le contaminazioni rispetto a

momenti di grande traffico, in cui la cucina è più oberata e stressata e

aumentano i rischi.

Visto dallo chef

Eros Picco racconta come vengono gestiti gli allergeni nel suo

ristorante

Ma come vengono gestiti, in concreto, gli allergeni e cosa

comporta tutto ciò per uno chef? Lo racconta Eros Picco, chef

e titolare del ristorante Innocenti evasioni di Milano. «In fase di

prenotazione ci informiamo su eventuali allergie e lo mettiamo

in nota prenotazione, così all’ordinazione possiamo suggerire i

piatti che gli allergici possono ordinare o che è meglio evitare.

Alcuni ingredienti, poi, vengono aggiunti solo nella fase finale della

preparazione piatto e, nel caso, evitiamo di farlo. Se necessario

creiamo piatti ad hoc, cercando di non far pesare il problema e

di accontentare il cliente sotto ogni aspetto. In cucina seguiamo il metodo

del codice colore per distinguere gli utensili utilizzati per le diverse classi di

ingredienti. Per i celiaci abbiamo prodotti senza glutine, che acquistiamo da

fornitori esterni per garantire il più possibile l’assenza di contaminazione».

Il personale – sia quello di sala che quello di cucina - è formato

sull’argomento e i camerieri nella maggioranza dei casi sono già in grado

di rispondere sulle allergie più diffuse. È disponibile il libro degli ingredienti

e ci sono dei “menù parlanti” con evidenziati tutti gli allergeni per chi ne fa

richiesta. «La gestione degli allergeni – spiega Picco – è inserita nel piano

di autocontrollo. Tenere dietro a tutti gli adempimenti richiederebbe una

persona che si dedichi solo a questo».

Ma con che frequenza si presentano allergici nel ristorante? «Quasi ogni

sera ci viene segnalata un’allergia alimentare – stima Eros Picco - circa il

5% della clientela ne soffre e ce lo segnala. Io faccio il cuoco da 35 anni e

questo tema è sentito da 5 anni a questa parte. Viaggiando molto all’estero,

però, ho notato che l’attenzione a questi aspetti è forte soprattutto in Italia».