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LUGLIO/AGOSTO 2015
vendita delle più disparate tipologie e
dimensioni, dall’ipermercato con decine
di corsie allo store di abbigliamento: la
configurazione può essere modificata,
anche integralmente, in pochi secondi.
La versione del software che abbiamo
avuto modo di visualizzare riproduce so-
stanzialmente modelli di punti vendita
esistenti, ma in futuro si potranno anche
sperimentare virtualmente tipologie di-
stributive innovative.
Dal marketing alle ricerche
“ShelfZone è attualmente indirizzato a
tre tipologie di target: l’industry, la GDO
e le catene di distribuzione, gli istituti di
ricerca”, spiega
MatteoEsposito, CEOdi
Imille
. I potenziali clienti sono aziende
che gestiscono abitualmente numerose
referenze a scaffale - quali ad esempio le
multinazionali del food & beverage, del
personal &health care, del beauty care edel farmaceutico
- o interessate a simulare prodotti e soluzioni custom,
così come società del retail, a partire dalla la GDO per
arrivare al settore del franchising, ma anche brand che
dispongono di flagship store o grandi farmacie; senza
trascurare, appunto, gli istituti di ricerca specializzati
in marketing, in particolare trade marketing e shop-
per marketing. “L’applicazione - continua Esposito - si
presta al category management, alla progettazione di
percorsi distributivi all’interno del supermercato, alla
sperimentazione di soluzioni espositive o alla simula-
zione di condizioni di shopping diverse per valutare
operazioni promozionali ma anche soluzioni di bran-
ding e packaging che difficilmente potrebbero essere
testate fra gli scaffali dei punti vendita fisici”. Grazie a
un sofisticato sistema di analytics, che può integrare i
dati forniti da terze parti come Nielsen. ShelfZone per-
mette di analizzare in maniera dettagliata l’esperienza
dell’acquirente nel punto vendita sulla base dei percorsi
e dei tempi di permanenza davanti a un prodotto o a
un totem promozionale. Attraverso una tecnologia di
“eye-tracking”, poi, il sistema è in grado di rilevare le
zone degli scaffali sulle quali si posa maggiormente lo
sguardo dell’utente.
Virtual room
Il “sistema” ShelfZone viene commercializzato da In-
VRsion sottoforma di allestimento: presso le aziende
interessate viene realizzata una “virtual room” dotata
dell’hardware necessario e di eventuali componenti
aggiuntivi, come i videowall per visualizzare in tempo
reale ciò che avviene nella realtà virtuale. “Sul piano
commerciale, l’offerta prevede un abbonamento ‘ba-
se’ annuale, al quale il cliente può aggiungere perso-
nalizzazioni e add-on in base alle proprie specifiche
esigenze”, chiarisce Esposito. Ed è solo l’inizio, come
sottolinea
Paolo Pascolo, presidente di Imille
: “Fra
la fine di quest’anno e l’inizio del 2016 arriverà nei
negozi la versione consumer di Oculus Rift, Samsung
ha già commercializzato a meno di 200 euro il visore
Gear da utilizzare con i suoi smartphone top di gamma
e presto si affacceranno sul mercato altri produttori
come Sony. È quindi prevedibile, a medio termine, una
diffusione degli HMD (Head Mounted Display) anche a
livello domestico: a quel punto con ShelfZone potran-
no essere completamente ridisegnate le piattaforme di
ecommerce. Con un visore per la realtà virtuale i clienti
potranno fare la spesa fra gli scaffali virtuali dal divano
del salotto, a qualsiasi ora del giorno o della notte, con
la stessa esperienza offerta da un punto vendita fisico
o attraverso modalità innovative studiate ad hoc”.
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