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LUGLIO/AGOSTO 2015
Quella dell’Equity Crowdfunding, invece, è
una forma più complessa emolto più recente
,
nella quale chi investe in un’iniziativa riceve in
cambio una quota di azioni della società che
la propone proporzionale all’investimento. In
altre parole, diventa socio dell’imprenditore.
L’equity crowdfunding è dunque una vera e
propria modalità di investimento, il cui ritorno
non è peraltro assolutamente certo, come invece
avviene per le azioni di una società quotata in
borsa; per ottenere un ritorno bisogna aspettare
che la società sia acquisita da qualcuno o si
quoti in borsa. Una piattaforma che propone
equity crowdfunding si rivolge ad un vasto pub-
blico e, dunque, sollecita il pubblico risparmio,
per di più proponendo investimenti illiquidi. A
garanzia del risparmiatore, quindi, Consob ha
varato un regolamento apposito, cui devono
sottostare sia la piattaforma che veicola l’offerta
che il promotore nel
pubblicarla.Ilvantaggio
dell’investitore consiste nella possibilità di de-
stinare una parte piccola del proprio portafo-
glio a investimenti ad alto rischio, ma che, se
vanno bene, possono essere incredibilmente
remunerativi. L’equity crowdfunding consente
a chiunque di scegliere investimenti tra molte
iniziative ad alto potenziale.
Il donationcrowdfunding, che si riferisce alle
donazioni
, èuna formaperfettamente adatta alle
raccolte di beneficienza, laddove lamotivazione
principale non consiste nell’ottenere qualcosa
in cambio, ma, semplicemente, nel contribuire
alla causa che sta a cuore del donatore.
Per l’organizzazione che raccoglie i fondi, i
vantaggi di utilizzare una piattaforma sono
principalmente l’allargamento dell’audience
potenziale e la semplificazione nella gestione
delle donazioni.
Last but not least, ecco il Lending Crowdfun-
ding che, in funzione del Paese e delle piat-
taforme, presenta diverse varianti
.
Semplificando, lepiattaformedi Lending consen-
tono ai privati di prestare soldi ad altri privati o
ad aziende, a fronte della restituzione del capitale
inun certoarco temporale edella corresponsione
di un interesse. Il prestito non viene pertanto
corrisposto interamente da una sola persona,
ma da tante, con conseguente riduzione del
rischio per chi presta. Il debitore, d’altra parte,
ha una probabilità più alta di raggiungere il suo
obiettivo. In Italia tali piattaforme devono essere
autorizzate da Banca D’Italia (ce ne sono due) e
possono favorire solo prestiti tra privati per un
massimo di 15 o 25 mila euro, rispettivamente
nelle due piattaforme italiane. Lamaggiore piat-
taforma al mondo è Lending Club che recente-
mente è stata quotata alla borsa di New York.
All’estremo opposto, ci sono piattaforme (non
in Italia) che consentono di veicolare strumenti
finanziari simili alle obbligazioni. Per esempio,
Crowdcube in UK, piattaforma di equity crow-
dfunding, è anche autorizzata a promuovere la
sottoscrizione dei
mini-bond.Ilcrowdfunding
non serve solo a raccogliere fondi: una campa-
gna può essere anche uno strumento versatile
da utilizzare come strumento o come canale
di marketing. Per capire, per esempio, se un
prodotto potrà avere successo, oppure per mi-
gliorare il progetto grazie ai commenti rilasciati
dai potenziali investitori durante la campagna.
Ma non basta: nel reward crowdfunding, il pre-
mio principe può essere il prodotto stesso: se
il target è raggiunto, il finanziatore riceverà il
prodotto. Un modo per raccogliere pre-ordini.
E le opportunità continuano: per raggiungere
il target di raccolta, infatti, bisogna coinvolge-
re e ingaggiare un ampio bacino di potenziali
finanziatori, che possono anche essere futuri
clienti. L’investimento si ripaga quindi con la
costruzione di una customer base da coltivare
anche in futuro. E poi, infine, dal momento
che una campagna di successo è un biglietto
da visita per mostrare ai Venture Capital il po-
tenziale della propria iniziativa è ovvio che in
caso di riuscita ci saranno più soggetti disposti
a co-investire.
S
ECONOMIA 2.0
L
aureato in Economia Aziendale all’Università Bocconi, imprenditore e
consulente web e mobile. Dopo aver lavorato in Accenture e Coca-
Cola, fonda, nel 1998, una start-up che viene poi acquisita nel 2000 da
WebNext S.p.A. (Gruppo Sper).
È consulente nei media digitali dal 2002 e ha af ancato sia grandi gruppi
media che start-up con l’obiettivo di valorizzarne gli asset sfruttando la
convergenza di mobile, web, social network e e-commerce. Da alcuni anni
si occupa anche di fund raising per le startup-up con una forte focalizzazione
sugli strumenti di nanza alternativa, tra cui il crowdfunding. È anche editore di
Crowdfunding Buzz, il primo magazine online italiano interamente dedicato al
crowdfunding e partner di Crowd Advisors.
IL PROFILO DI FABIO ALLEGRENI




