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SETTEMBRE/OTTOBRE 2014
Adriano Olivetti, una serie di giornate di
formazione, tra Milano e Roma, in cui i
giovani sono stati messi – spesso per la
prima volta – in discussione, uscendo
dalla trappola famigliare dell’inevitabile
parlarsi addosso e considerarsi sempre
i più bravi. Hanno potuto apprendere
nozioni in campo amministrativo, dimar-
keting, di vendita e rapporto con il cliente
e allo stesso tempo hanno sviluppato
una sempre maggiore capacità relazio-
nale, tra loro e verso l’esterno», prosegue
Graffione. Un punto su cui, paradossal-
mente, anche una realtà consortile come
Coralis sente di avere ancora spazi per
migliorare: «È vero che i nostri operatori
rappresentano una sorta di riferimento
sociale per il territorio in cui operano,
che devono quindi conoscere al meglio
e in cui devono concentrare la loro at-
tenzione. Ma sono convinta che non si
possa pensare di crescere senza guardare
cosa succede altrove, all’estero per esempio. E
il fatto che, in diversi casi, i genitori abbiano
deciso di partecipare alle giornate di incontro,
senza per nulla osteggiare il nostro progetto,
è la prova che con il giusto approccio si può
uscire dalle logiche chiuse e inevitabilmente
autoreferenziali».
Anche in realtà generalmente più “problemati-
che”, come quelle del Sud Italia, che rappresenta-
no circa il 70% del gruppo Coralis, in cui, spiega
Eleonora Graffione, è più complesso uscire dalla
logica di prezzo e di promozione spinta come
unico veicolo di posizionamento sul mercato.
Le competenze richieste
Spostare l’attenzione dal prezzo e dalla marca ai
contenuti che un prodotto è in grado di veicolare,
sia a livello materiale che valoriale, è infatti la
grande sfida che sottende al progetto. E che ha
guidato anche la scelta delle aziende partner:
«Abbiamo selezionato realtà che operano con
una attenzione particolare ai contenuti e non
solo al posizionamento di prezzo: da AsdoMar a
Ponti, da Parmareggio a Fattorie Faggioli», spiega
Graffione.Che riassume anche, in tre punti, quali
devono essere le caratteristiche imprescindibili
di quanti desiderano lavorare nella distribuzione,
oggi: «Una grande capacità di ascolto, innanzi-
tutto. Poi la valorizzazione del territorio in cui
si lavora. E infine, lungi da me invitare i giova-
ni a lasciare l’Italia, ma è fondamentale aprirsi
all’indagine di quel che accade fuori, per poi
riportare questa preziosa esperienza in azienda».
Cosa che invece pochi tendono a fare, oggi, pre-
ferendo rimanere legati a vecchi modi di operare,
considerati più sicuri. «In un momento di grande
incertezza come quello attuale, capisco che ci si
muova conmaggiore accortezza. Ma sono sempre
meno gli operatori disposti ad assumersi il sano
rischio imprenditoriale che è parte fondante di
ogni attività. Si aspettano aiuti esterni, si attende
di avere certezze e basi solide…e si finisce con
il non costruire nulla. Mi auguro che la nostra
iniziativa riesca a stimolare, anche tramite il
dialogo e il confronto, la voglia di crescere in
modo aperto e coraggioso».
S
CORALIS OGGI
C
oralis è un gruppo consortile del commercio associato composto da
36 aziende, realtà di riferimento della do e player importante del canale
cash&carry. Lavora con piccoli e medi imprenditori che usufruiscono di
servizi commerciali, amministrativi e di marketing.
Attiva anche nel sociale, sviluppa progetti per lo IEO, l’Istituto Europeo di
Oncologia e l’Associazione “Stringhe Colorate” che opera degli ospedali
italiani con la clown-therapy.
Il gruppo
d’imprenditori con
Fausto Faggioli