NL_41 - page 30

N
L
Controtendenze
Per quanto mi riguarda, il vinile non è una scelta dettata dalla moda del mo-
mento, ma un’abitudine.
Il vinileè il supporto grazie al qualeda ragazzoho scoperto lamusica eho iniziato
a collezionarla e proporla”. Ci sono molte persone che malgrado l’era del digi-
tale continuano ad ascoltare e comprare i dischi in vinile. “E questo anche se la
qualità audio di un vinile è sicuramente inferiore a quella di un cd. C’è un fattore
che la tecnica non può spiegare e si chiama calore del suono. Detto questo, ho
difficoltà a pensare a un ritorno del vinile in discoteca a uso e consumo dei dj.
Purtroppo la produzione dei supporti dance legati al vinile è davvero minima,
pertanto credo sia difficile una ribalta, un uso e consumo con metodi di lavoro
passati. Ho davvero molta stima per i dj che cercano ancora di operare in
questa maniera, dall’alto delle loro consolle.
Nel limite del possibile, io stesso cerco di proporre musica quando pos-
sibile con l’ausilio di giradischi e vinile”. Tuttavia, questo potrebbe
essere solo un pallido tentativo di… “ritorno al passato in attesa di
guardare meglio al futuro”.
Un giro d’affari ancora importante
Del fenomeno in questione si è occupato qualche anno fa an-
che il quotidiano americano Boston Globe, che ha fatto due
chiacchiere con Mike Dreese, amministratore delegato della
catena di negozi indipendenti Newbury Comics.
“La crescita è costante. Solo grazie ai dischi in vinile, con-
tiamo di fatturare anche quest’anno centinaia di migliaia
di dollari”. Anche le multinazionali intanto guardano con
interesse al mercato (sempre meno di nicchia): a una con-
vention di Ryko Distribution a New Orleans, il dirigente della
WEA John Esposito ha confermato che la sua società si aspetta
di fatturare grazie agli album in vinile almeno una decina di
milioni di dollari.
L’effetto nostalgia
Claudio Coccoluto recentemente in merito al valore del vinile ha
detto: “Se non c’è peso né sacrificio, una cosa è come se non esi-
stesse: troppo facile ottenerla”. Ernesto Assante, giornalista e critico
musicale italiano per La Repubblica e L’Espresso, osserva un declino,
costante e apparentemente ineluttabile “del mercato discografico odier-
no, il declino del cd. Ormai non fa più nemmeno notizia”.
Se oggi si torna a parlare del vinile è perché il cd, il… compact disc, ha toppato.
Sono stati ultra amati i 33, 45 e 78 giri, amate le audicassette, amata parados-
salmente la praticità dei player come l’iPod. I cd no: le major e non solo queste,
hanno dato in pasto al pubblico veri e propri master da cui poter produrre e
riprodurre fedelmente e all’infinito brani su brani.
Riavere il vinile nel cuore e tra gli scaffali è un atto dovuto: per i più attempati
che nonmollano lo scettro della nostalgia; e per i giovani che scoprono una “nuo-
va” realtà, fatta di atomi e non di bit. Nel bel mezzo della rivoluzione digitale, si
pensa a fare un passo indietro. Certo, per un dj sobbarcarsi il peso di due borse
1...,20,21,22,23,24,25,26,27,28,29 31,32,33,34,35,36,37,38,39,40,...78
Powered by FlippingBook