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L
À
un paio di anni fa ma, chissà perché,
forse per superficialità oppure per una
mancanza di informazione, abbiamo
trascurato il problema.
A far raddrizzare le antenne e a conside-
rare seriamente la recessione abbiamo
dovuto assistere agli sconvolgimenti
economici finanziari prima dei greci,
poi degli spagnoli e infine dei ciprioti.
Correre ai ripari, ormai, non si può
perché l’Italia, già da un po’ di tempo
sta combattendo con lo spread, l’imu, la
disoccupazione e i licenziamenti.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat
sulla povertà in Italia, i poveri nel nostro
Paese sono 8 milioni: l’11% delle fami-
glie italiane fanno fatica a far quadrare i
conti a fine mese.
L’edilizia, l’editoria e la moda, che fino
allametà del decennio scorso hanno ele-
vato l’Italia a potenza industriale sono
in ginocchio.
La chiusura, nel 2012, di ben 12.442
aziende conferma il trend e le previsioni
per il 2013 non sono confortanti.
Ma il disastro economico-finanziario
ha risparmiato almeno una piccola fetta
dell’economia dello stivale? Pare pro-
prio di sì.
È l’industria del divertimento a tenere
testa alla crisi. Gli italiani continuano
a ridimensionare il loro budget fami-
gliare, ma non intendono rinunciare alla
movida.
Cresce il numero
di discoteche
Silvia Terenzi, proprietaria del locale
“Bibe et impera” di Pesaro, dice che, ad
oggi, la sua attività non ha subito alcun
calo, anzi, è soddisfatta del crescente
afflusso di giovani nel suo bar negli
ultimi due anni.
I suoi clienti non rinunciano a spendere
15/20 euro a serata tra bevande e cibo.
Anche la discoteca, la regina indiscussa
della movida italiana, può considerarsi
salva dalla crisi.
Lo dimostra il considerevole numero di
discoteche, sempre in crescita, sparse su
tutta la Penisola.
Nel 2000, nella provincia di Lecce, si
contavano solo 8 discoteche, oggi se ne
contano ben 45 quindi, significa che ne-
gli ultimi 10 anni sono nate 37 imprese
che oggi contribuiscono ad alimentare
il turismo e l’economia locale.
Maurizio Pasca, Presidente Nazionale
del Silb e gestore di due locali, uno nei
pressi di Gallipoli e l’altro a Otranto,
con dati alla mano, dimostra che dal
2011 al 2012 si registra una crescita
associativa al sindacato pari al 15%, una
percentuale importante, che dimostra
chiaramente l’apertura di nuovi locali
su tutto il territorio nazionale.
“Tuttavia, come dice il vecchio prover-
bio “non è tutto oro quel che luccica”
- afferma Pasca - i nostri “superstiti”
devono fare i conti anche con la pesante
pressione fiscale a cui sono sottoposti”.
Tito Pinton proprietario della nota di-
scoteca “Il Muretto” di Jesolo, definisce
mostruoso il regime fiscale italiano e
trova assurdo che il gestore di un locale
da ballo debba pagare il 21% di Iva su
ogni biglietto di ingresso con consuma-
ATTUALITA
di Alessandro Vergallo
“V
endesi”, “affittasi”, “liquida-
zione”, “cedesi attività” e altri
cartelli del genere sono affissi
sui portoni dei palazzi e sulle vetrine di mol-
ti negozi italiani. Questi annunci sono uno
dei tanti segnali della crisi che il nostro Pa-
ese sta vivendo. Già qualcosa si subdorava
LA MOVIDA
CI SALVERÀ