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1

SETTEMBRE/OTTOBRE 2014

n

essuna meraviglia, ormai, davanti alla fuga in

avanti delle notizie.

Quel loro inseguirsi e superarsi è ormai diven-

tato la normalità di ogni giorno, coerente con

il nostro vivere fast. Veloce è il ritmo con cui invecchiano le

ovità, veloce monta l’insofferenza per qualunque cosa sia più

vecchia di adesso. E forse non c’è tempo per prendersi del tempo

e riordinare le idee e magari disporle su un asse temporale.

Piuttosto, parafrasando il poeta, ci hanno insegnato la mera-

viglia per chi rallenta, o peggio, decide di fermarsi un attimo.

Per questo capisco bene lo straniamento che si possa provare

davanti a una rivista periodica, che - per sua stessa definizione

- il tempo lo dilata e magari lo cristallizza un po’.

Eppure, proprio per questa sua lentezza, il periodico può pren-

dersi delle libertà che per chi ha fretta sono impensabili.

Può, per esempio, raccogliere i fatti e cimentarsi in un puzzle

ragionato, in cui si cerca di dare ad ogni tessera una sua col-

locazione. Non una semplice concatenazione, ma un domino

di causa ed effetto. Naturalmente c’è molto di soggettivo in

questa operazione e sarebbe presuntuoso sostenerne l’assoluta

insindacabilità. Ma è proprio questo l’aspetto che ritengo più

stimolante per chi scrive e per chi legge.

Tessera numero 1: scenario economico

Qualcosa si sta muovendo tanto che anche le più recenti pre-

visioni della Commissione europea sembrano volgere al meno

peggio, stimando allo 0,6% il Pil italiano.

In effetti (ne parla diffusamente Ref Ricerche a pag 4 e a pag

16) sono tante le variabili che al momento sembra stiano col-

laborando all’uscita dal tunnel: dal calo del prezzo del petrolio

all’allentamento della convergenza fiscale fino al

quantitative

easing

della Banca Centrale Europea.

Con questi presupposti l’export potrebbe avere una marcia in

più. Anche se si rende pressante la ricerca di nuovi sbocchi, alla

lucedell’embargo russoche stapenalizzanosensibilmentealcuni

settori (da pag 6). Posizione netta, sull’export, quella di Alberto

Bauli che ne condivide le potenzialità sostenendo che è altresì

importante per le aziende andare a produrre in loco (pag. 56).

Tessera numero 2: consumi, Idm e Mdd

Una scossa all’economia realepotrebbe forse arrivare,ma apatto

che il clima di fiducia contagi i consumatori e che si porti valore

all’interno della filiera con un approccio analitico (da pag 16).

Tuttavia pare che l’industria di Marca, come sostiene Bordoni,

ma anche tanti rappresentanti della Gd, non riesca ad uscire

dall’impasse di una promozionalità fin troppo spinta (pagg 10

e 11). Di più: qualcuno teme pure che non riesca più a farsi

paladina della brand equity, venendo soppiantata – in questo

ruolo - dalla Marca del distributore (da pag 22). Questa, dal

canto suo, pur avendo accusatoquest’announa battuta d’arresto,

continua a rivelarsi decisamente dinamica (come dimostrano le

interviste a StefanoRango del Consorzio Sun e quella adAntonio

Ferraioli Ad di La Doria), con una caratterizzazione sempre più

internazionale (da pag 26).

Tessera numero 3: innovazione

Un’altra carenza imputabile alla nostra industria è nel campo

dell’innovazione: il nostro Paese, infatti, non è propriamente

all’avanguardia. E oltre ad averlo ribadito molti rappresentanti

dell’industria nel corso dell’evento Tutto Food, lo dice a chiare

lettere anche una ricerca commissionata dalla Commissione

Europea, da cui emerge che se in Polonia si innova con ritmi

di crescita dell’8% ogni anno, in Italia siamo fermi a poco più

del 3% (pag 12).

Tessere 4,5, ecc...

E poi, come in ogni puzzle, oltre alle figure centrali c’è pure

lo sfondo. Che è altrettanto importante: parla di merceologie,

di novità dal “fronte Expo”, di format originali e di successo di

tecnologie implementate in store, di sicurezza alimentare e di

nuove etichette.

Questo è il puzzle, buona lettura :-)

Carmela Ignaccolo

Tante tessere per un puzzle

EDITORIALE