AMERICANO COFFEE
di Enrico Calzuola
Tecnica:
Build
Ingredienti:
3 cl Rogers Bitter
3 cl Amaro Jefferson,
fatti come un vermouth
6 cl di caffè espresso lungo
Ghiaccio
Top di soda
Trowing con il caffè
*Bruno Vanzan protagonista del programma Cocktail house
(da cui è tratto l’omonimo libro di ricette per Mondadori)
ci regala la ricetta del Caffè Negroni
CAFFÈ NEGRONI
di Bruno Vanzan *
Tecnica:
Shake & strain
Ingredienti:
3 cl di caffè
2 cl di bitter
2 cl di liquore alla nocciola
2 cl di vermouth riserva ambrata
Guarnizione:
Arancia disidratata
Anice stellato
Liquerizia
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Mixer
/ COLLECTION
TENDENZE
Non solo espresso
POMERIGGIO
Granita al caffè a parte, cui dedichiamo un paragrafo,
e i caffè filtrati di cui abbiamo già parlato, un’idea per
allargare il menù sono le bibite gassate al caffè made
in Calabria. Le conoscete? Parliamo di Moka Drink,
Brasilena (in commercio da oltre 50 anni) e di Siesta
Caffè, prodotta dall’azienda Romanella Drinks. “In
Calabria sono più diffuse della Coca Cola, piacciono
perché sono capaci di rinfrescare d’estate e sono ot-
timi corroboranti nellestagioni fredde”, spiegaEnrico
Calzuola. Non solo: sono diventate anche ingredien-
ti per cocktail di successo come il Black Jelly Bean
(Sambuca con ghiaccio e Brasilena) o il Nero Italiano
(vodka con ghiaccio, Brasilena e panna facoltativa).
Ma qui si apre un altro capitolo.
PRE DINNER E AFTER DINNER
Diciamolo subito, noi condividiamo l’opinione di
Franco Tucci Ponti
: “Con i cocktail al caffè si am-
pliano le opportunità di business nella fascia serale
e pre-serale. E se il target di riferimento iniziale sono
i coffee lovers, que-
sti drink possono
conquistare anche i
clienti meno appas-
sionati al caffè”. Ma
attenzione: se vo-
lete spingervi oltre
ai classici, dovete
conoscere le mate-
rie prime e studiare
con cura gli abbina-
menti. Barmanager
dell’Atomic Bar di
Milano, FrancoTucci
Ponti è pure consu-
lente per Nespresso e, tra le altre cose, ha firmato
anche alcune ricette con Leggero On Ice e Intenso
On Ice, le limited edition studiate per essere servite
fredde. Due esempi su tutti: la rivisitazione del Mint
Julep a quella del Bloody Mary. E puntualizza: “Nello
studio delle ricette è fondamentale valutare l’aroma
della miscela. Per esempio, se il gusto acido è quello
predominanteèmeglioabbinarvi unfruttocome l’ana-
naspiuttostoche il lime. Se lavoriamoconunamiscela
dal gusto unami, ovvero sapido, meglio giocare con il
connubio con il sapore secco di un vermouth o di un
whisky scozzese”. Non è tutto: anche la temperatura
del caffè ha un ruolo importante. “Il caffè ha aromi
e profumi diversi a seconda che sia caldo o freddo
e questo si percepisce soprattutto nell’ambito del
bere miscelato”, ricorda Calzuola. Ci ripromettiamo
di tornare sul tema, nel frattempo vi propo-
niamo alcune ricette di sicuro gradimento.
FRANCO
TUCCI PONTI




