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I MERCATI SU CUI PUNTARE

Principali sbocchi per le nostre esportazioni sono

i Paesi dell’Unione Europea – soprattutto Francia,

Germania e Austria - che assorbono oltre il 60% del

caffè torrefatto italiano destinato al mercato estero.

Maquote significativedellenostremisceleviaggiano

anche verso Svizzera, Usa, Australia, Russia, Canada

e Giappone.

“Qui i nostri operatori – commenta Cerutti – con-

centreranno senza dubbio i propri sforzi perché,

nonostante i buoni tassi di crescita già incassati in

questi anni, le prospettive di ulteriore espansione

sono davvero interessati: si tratta di “praterie” in

grado di offrire interessantissime opportunità”.

Vi è però anche un altro gruppo di Paesi con le carte

in regola per dare soddisfazione ai nostri torrefat-

tori. “Si tratta di mercati in cui il consumo di caffè

è ancora in una fase iniziale o di consolidamento –

racconta Cerutti –, mercati in cui spesso si assiste a

un importante sviluppo del ceto medio.

Mi riferisco, in particolare, alla Russia e all’area asiati-

ca, dove si sta superando il tradizionale primato del

the e dove va segnalato il particolare exploit dell’In-

donesia, che ha visto triplicare i consumi nell’arco

di soli 6/7 anni”.

Quelloche si vadelineandoè, insomma, uno scenario

a due velocità. “Il primo gruppo di Paesi – confer-

ma Cerutti – farà i numeri, il secondo offrirà invece

l’opportunità di procedere a sperimentazioni anche

giocose per far apprezzare il consumo di caffè ai

mercati locali”.

LA DIFFERENZIAZIONE

Eproprio le sperimentazioni potrebbero recitare un

ruolo tutt’altro che secondario. La crescita futura

del settore, infatti, sia nella prospettiva del mer-

cato interno sia in quella dell’export, si giocherà

principalmente su un asset: la creatività.

“Sono convinto vi siano ampi spazi per la differenzia-

zionedei prodotti –confermaCerutti –. Il consumatore

è infatti alla continua ricerca di nuove esperienze. E

proprio da questa consapevolezza dovrà partire il

settore per affrontare la sfida dei prossimi anni”.Una

sfida che non può impensierire i nostri torre-

fattori: in Italia la fantasia non manca di certo.

“L’Italia si colloca

al terzo posto

al mondo, dopo

Germania e Belgio,

nella classifica

per i volumi

di esportazione

di caffè”