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Mixer
/ COLLECTION
LA PROFESSIONE
I conti si fanno
con l’oste…
È
il sogno di molti, un’idea ricorrente so-
prattutto tra “giovani adulti”, quelli che
vanno dai 25 ai 40 anni, un simbolo di
realizzazione personale e professionale.
Aprire un bar, un pub, una trattoria o un
ristorante, soprattutto se la passione per la cucina o
per la mixology, a un certo punto, assumono le vesti
di lavoro a tutti gli effetti. Il miraggio di un’attività
si fa sempre più vivo così come più allettante si fa il
pensiero di avere notevoli introiti economici.
Insomma, si fanno sogni (fortunatamente) in grande
ma, unavoltadato lostart ufficialeper la realizzazione
del progetto, ci si scontra con una marea di permes-
si, leggi, certificazioni… un gomitolo burocratico
indistricabile dal quale a fatica si esce se non con
l’aiuto di persone specializzate come commercialisti
o consulenti.
Data per certa la buona capacità imprenditoriale e
la scelta di uno staff preparato professionalmente,
quali sono allora i passaggi da fare per aprire un
locale per la somministrazione di cibi e bevande?
L’abbiamo chiesto a
Roberto Brioschi
, commerciali-
stapresso il CGP, StudioLegaleeTributariodiMilano.
Quali le regole basilari da seguire e i passi da
compiere per avviare un’attività senza correre
troppi rischi? In quale ordine?
Il primo passo da fare è verificare l’idoneità degli
ambienti. È indispensabile che le uscite di sicu-
rezza, i servizi, le altezze dei locali e l’areazione,
rispettino i parametri stabiliti e le normative vigenti.
Spesso, tutte queste cose si danno per scontate e
ci si ritrova con lavori e permessi bloccati. Inoltre
è consigliato preventivamente informarsi presso
NEL LABIRINTO
DELLE NORMATIVE ITALIANE,
PER APRIRE CON SUCCESSO
UN BAR O UN RISTORANTE
INTRAPRENDENZA E VOGLIA
DI FARE NON BASTANO,
BISOGNA SAPERSI DISTRICARE
TRA ITER BUROCRATICI
E CERTIFICAZIONI, SENZA
PERDERE MAI DI VISTA I COSTI
di Maddalena Baldini




