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HACCP

L’Hazard-Analysis and Critical Control Points,

comunemnente chiamata HACCP, è l’insieme delle

regole da applicare per prevenire la contaminazione

degli alimenti. La normativa HACCP in vigore

con il D.Lgs. 193/07 prevede che il “responsabile

alimentare” (chef, barman…) garantisca la

preparazione, la trasformazione, la manipolazione, la

vendita e la somministrazione dei prodotti alimentari

rispettando tutte le norme igienico-sanitarie. Per

ottenere la certificazione basta seguire il corso

specifico. Per l’attività di somministrazione e vendita

di bevande alcoliche, vino e birra compresi, presso

esercizi pubblici (la legge vale anche per sagre o

manifestazioni temporanee), oltre all’autorizzazione

rilasciata dal Comune, è indispensabile richiedere la

licenza di vendita UTF accordata dall’Ufficio Tecnico

Fiscale c/o le Dogane di competenza.

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Mixer

/ COLLECTION

LA PROFESSIONE

Il commercialista

M

include i ristoranti, le pizzerie, le tavole calde, ecc., e

quella di tipo B, che comprende i bar, le pasticcerie,

le gelaterie. Quindi, se si vuole aprire un pub – per

esempio – servirà richiedere una licenza di tipo B

alla quale aggiungere anche la A per somministrare

alimenti.

La ‘licenza a punti’ vale solo in alcuni comuni che

danno una lista di parametri da rispettare. Aognuno

di questi parametri corrispondono dei punti: otte-

nuto un determinato punteggio si avrà il permesso

di apertura. Da sottolineare che questo sistema vale

solo se si vuole aprire un locale ex novo.

Quali sono le certificazioni necessarie per un’at-

tività? Quali invece le richieste da presentare?

Tra le cose basilari, quella di seguire il corso per la

somministrazione di alimenti e bevande, della du-

rata di circa 128-130 ore: ciò permette di ottenere

l’attestato di idoneità alla professione riguardante

questo settore specifico. Andranno aggiunte ulte-

riori richieste e permessi come quello per la som-

ministrazione dei superalcolici, la quota da pagare

alla SIAE per l’impiego della musica o, nel caso in

cui il locale sia particolarmente grande, serve la

richiesta di certificazione antincendio dei Vigili del

Fuoco. Da non tralasciare il corso HACCP dal quale

si ottiene un attestato a garanzia della sicurezza

igienica e di commestibilità per la somministrazione

degli alimenti.

In media, quanto si spende per l’espletamento

di tutte queste pratiche burocratiche?

La richiesta della licenza e della partita IVA sono

gratuiti. Il costo è rappresentato dalle spese notarili

per l’eventuale costituzionedella società (circa2.000

euro) e dai consulenti (circa 1.000/2.000 euro). Ov-

viamente, se si acquista un locale già avviato o se si

iniziano i lavori di ristrutturazione e arredo, le cifre

variano notevolmente raggiungendo anche qualche

decina di migliaia di euro; l’acquisto delle attrezza-

ture per la cucina come per esempio piastre, forni

e cappe, oppure il bancone del bar che, in alcuni

casi, può arrivare a costare anche 4.000 euro al mq.

Esistono sgravi fiscali o agevolazioni per i nuovi

locali?

Nel caso, entroquali termini bisognapresentare

le richieste?

Le agevolazioni sono solitamente regionali e pos-

sono riguardare la concessione di finanziamenti o il

rilascio di garanzie; a queste si aggiungono quelle di

carattere fiscale previste, per esempio, per le nuove

iniziative imprenditoriali, con tassazione forfettaria

qualora il fatturato non superi certi limiti. Bisogna

fare però molta attenzione poiché, per queste tipo-

logie di attività, il fatturato spesso oltrepassa

la soglia prevista da queste normative speciali.