MENO CASA E STADIO, PIÙ BAR
La disaffezione verso il calcio live è un dato di fatto degli
ultimi anni. Ma ciò non significa che il tifo per lo sport sia in
declino, anzi. Semplicemente, come in tante altre situazioni
della nostra vita, si è trasferito altrove.
Se le misure di sicurezza e il costo dei biglietti hanno di
fatto provocato un’emorragia di presenze negli stadi,
molti eventi rilevanti, dal derby alla partita di Champions,
richiedono socialità. Garantita dal calcio al bar.
Anche perché oggi schermi sempre più performanti
rendono la visione più che soddisfacente.
È un trend confermato da una ricerca Doxa, Repucom
e Datamedia per Lega Calcio del 2015. Cala chi va allo
stadio (ad aver visto almeno una partita sono nel 2013 il
29,2%, nel 2015 il 26,6%). Le pay tv casalinghe soffrono (il
44,5% che dice di pagare per vedere le partite nel 2014
diventa il 41,8% un anno dopo). Mentre, anche in questo
campo, il fuoricasa vince. I tifosi occasionali, che pur non
essendo clienti delle pay tv hanno visto qualche partita a
casa di amici o parenti o in locali pubblici, sono passati dal
44,3% del 2012 al 48,9% del 2015.
COLLECTION /
Mixer
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“L’eventosportivoèun’armapotenteperincrementare
il business, ma anche per farsi conoscere all’inizio –
spiega
Simone Stenti,
uno dei soci di
Hall of Fame
,
bar sport “sofisticato” di Milano –. Dopo che il cliente
ha assistito alla partita e si è trovato bene, torna an-
che nelle serate “spente”. Ma quando c’è l’evento
sportivo il locale si riempie. Fa davvero la
differenza”.
“Io ho deciso di fare un bar di
questotipoperpassione: se
dovevo lavorare al loca-
le 7 giorni alla settimana
volevodivertirmi anch’io.
– esordisce
MaurizioPo-
lenghi
, titolare del mila-
nese
Offside Sports
Pub
– Tutto lo sport è
un aggregante molto
forte, se lo si sa usare
bene. Io ho un 40% di
clientiabituali,dizona,ilrestoviene
per vedere gli eventi sportivi. Certo, con il
tifo è facile che si accenda una miccia e bisogna es-
sere pronti a fermare sul nascere ogni intemperanza”.
Comesi organizza il locale?“È importantechedaogni
posto a sedere si vedano uno o più schermi. Per il tipo
di tv bisogna informarsi, perché la tecnologia cambia
continuamente. Però devono essere molto resistenti
perché restano accesi anche 68 ore a settimana” dice
Polenghi.
SPORT: CALCIO ÜBER ALLES
Il calcio, inutile dirlo è l’elemento trainante, con oltre
il 70%degli eventi dedicati ealcunimust irrinunciabili.
Poi, però, la programmazione va integrata. Tra gli
sport più seguiti ci sono basket, rugby eMotoGP. Ma
anche tennis, football americano, pallavolo, Formula
1, a seconda delle richiestedei clienti. Importante è la
flessibilità e l’accoglienza. “Bisogna essere inclusivi,
non esclusivi – spiega Polenghi – e dare la stessa di-
gnità a tutte le richieste. Gli eventi sportivi aiutano il
businessmabisognasaperli gestire, calmaregli animi,
ogni cliente deve sentirsi bene accolto. Se l’ambiente
è sereno, tornerà. In un clima di reciproco rispetto e
simpatia, dal titolare al personale”.
E, visto che
business is business
, un punto dolente
riguarda la consumazione: obbligatoria o meno?
“All’inizio non ho posto limiti perché volevo farmi
conoscere, ora mi capita di mandare via i clienti
perché non c’è posto, e anche in vista di investimenti
grossi (undehors riscaldato) pensodi inserire la con-
sumazioneminima a 5 euro”dicePolenghi. Stessa
scelta per il bar Hall of Fame. La prenota-
zione è consigliata, indispensabile
nelle serate “calde”.
BIRRA E TV, NACHOS
E BURGER
Altro indubbio vantaggio
del bar sport è che la sosta
prolungata nel locale, spes-
so anche a orari di cena, per
seguire un evento, invita a
consumare di più. Attenzione
però alla gestione della cucina:
“Invito i clienti a presentarsi prima,
macapita lasera incui nelgirodi unquar-
tod’oraarrivano80persone. E tutte vogliono
mangiare. Noi cerchiamo di accontentare tutti entro
il primo tempo della partita, ma questo comporta
un’organizzazionedel lavoroferrea.Avolte, sforniamo
più di un panino al minuto” dice Polenghi. Anche per




