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EDITORIALE
D
opo cinque anni di crisi, tutti i pa-
radigmi economici intesi nell’ac-
cezione più ampia sono stati messi
in discussione, tanto che tutti gli indicatori
riportano indietro di qualche decennio i valori
del reddito medio, dei consumi, del tasso di
disoccupazione, e via proseguendo.
È una realtà con la quale imprese e famiglie
fanno quotidianamente i conti.
Esistono però delle aree che resistono e che
sono le ultime a cedere. Più semplicemente
sono quelle sulle quali vale la pena di spendere
energie per invertire la curva.
Non sfugge a nessuno che nel panorama dei
consumi vi sono alcuni settori (prodotti o
servizi) verso i quali il consumatore non ha ab-
dicato. Magari ha fatto una revisione di spesa,
ha abbassato la soglia di aspettativa, ma non
ha eliminato la categoria. Si pensi, nell’ambito
dei consumi alimentari, la fase di crescita che
sta avendo il discount.
In molti casi, quindi, più che di cancellazione
della voce di spesa si può parlare di sposta-
mento verso prodotti a minore valore o cam-
biamenti di modalità di utilizzo di un servizio.
La musica è una di queste
. La musica è di-
scoteca. O meglio è sempre stata discoteca.
Le difficoltà del canale in questi anni non
hanno significato che la fruizione dellamusica
si sia appannata. Ha solo cambiato modalità.
La tribù dei consumatori di musica, giovani
per la maggior parte, non si accontentano più,
evidentemente, di locali che propongono stili
musicali fungibili con altri mezzi, dalla radio
al web. Ma vogliono l’evento, vogliono una
musica riconoscibile, vogliono avere un mo-
tivo per cui recarsi in quel locale specifico o
ad ascoltare quel dj set imperdibile.
Lo stesso vale per altre forme di intratteni-
mento. Ben lo hanno capito quegli imprendi-
tori che “laicamente” hanno percorso strade
alternative, si sono rivolti ai diversi pubblici
(le serate di addio al nubilato di cui parliamo
in questo numero ne sono un esempio) o hanno
saputo cogliere le opportunità offerte dalla
tecnologia come la silent music, una forma
nuova di ascolto in cuffia e ballo, che obbliga
però a reinventare anche l’idea di discoteca.
Sulla musica, poi, i grandi eventi con i dj, che
anche in Italia cominciano ad attrarre decine
di migliaia di persone, sono un fenomeno con
il quale i gestori di locali dovrebbero confron-
tarsi, non tanto in opposizione, ma per coglier-
ne tutto il potenziale di attrazione.
Un primo passo in questa direzione è quello
compiuto da Silb con la partecipazione da
protagonisti al prossimo Ipm di Roma.
Un altro tema, ben raccontato
in questo nu-
mero di Nigthlife, è quello della sostenibilità
e del green che può dare a sua volta identità
forte al locale.
Può diventare una scelta strategica per molti
gestori per fidelizzare un pubblico più consa-
pevole che comincia a fare scelte di consumo
in funzione della compatibilità con l’ambien-
te. A leggere con attenzione la nostra rivista
ci si rende conto che il mondo della notte è
percorso da una molteplicità di fremiti vitali.
Bisogna coglierli.
Certo poi bisogna fare i conti con la disponi-
bilità di spesa, con i modelli di divertimento,
con la crisi, eccetera, eccetera.
Ma poiché nulla potrà essere come prima
dell’avvio di questo ciclo economico nega-
tivo, bisogna cercare di riconfigurare ogni
attività prendendo atto dei grandi agenti di
cambiamento che hanno trasformato il volto
della società, dei consumi, del divertimento,
delle relazioni.
Fabrizio Gomarasca
RIPENSARE L’OFFERTA
DI MUSICA E AMBIENTE