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IL PUNTO
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anostra classe politica non ha veramen-
te alcun senso del limite.
Di fronte ad un Paese che sta pericolo-
samente scivolando verso una situazione di
non ritorno, di fronte alle imprese che arranca-
no sempre più, alle famiglie che non riescono a
metter insieme “il pranzo con la cena”, ai dati
sempre più negativi sull’occupazione, alla
crisi dei consumi, alle statistiche che vedono
crescere sempre più il livello di povertà in Ita-
lia, di fronte al dramma della disoccupazione
giovanile; di fronte a tutto ciò la nostra classe
politica è riuscita a fatica ad eleggere il Capo
dello Stato e ancora più faticosamente a met-
tere insieme un Governo.
Mentre le imprese si sentono strangolate da
un fisco, che oserei dire quasi vampiresco, da
un accesso al credito sempre più inesistente,
a una burocrazia sempre più stupidamente
soffocante, abbiamo dovuto assistere in Par-
lamento a delle scene ingiustificabili, dove
gli artefici del dissesto si profondevano in
applausi a unCapo dello Stato che, per loro in-
capacità, hanno costretto a ripresentarsi e che
nel suo discorso alle Camere non ha lesinato
critiche ai loro comportamenti.
Insomma, abbiamo assistito ad una tragicomi-
ca situazione.
Il nostro Presidente ha però ‘imposto’ un Go-
verno, definito di larghe intese, dove il centro
sinistra e di il centro destra siedono l’uno
accanto all’altro; un Governo che nonostante
tutto dovrà, con determinazione, affrontare
una situazione difficile; dare finalmente rispo-
ste alle famiglie, alle imprese, alla società nel
suo complesso.
Le nostre aziende si aspettano quindi una poli-
tica di sviluppo che da un lato dia una boccata
d’ossigeno ai consumi e che, dall’altro, possa
realmente semplificare le attività d’impresa.
Credo che per noi tutti: imprese, famiglie,
ecc. sia ormai giunto il segno; il vaso è ormai
colmo!
Abbiamo tutti quanti necessità di vedere
realizzate le promesse da troppo tempo an-
nunciate.
Vogliamo che l’azione di questo Governo sia
veramente improntata ad equità e sviluppo.
Vogliamo uno Stato che faccia realmente il
suo dovere, che faccia rispettare tutte le rego-
le sia in campo fiscale, ma anche quelle del
mercato e della concorrenza.
Credo che di annunci e di sole promesse il
Paese non abbia più bisogno.
Ha necessità, di contro, di certezze, di azioni
concrete per farci uscire da questa pericolosa
situazione.
Da parte nostra abbiamo già intrapreso una
serie di iniziative tese a fare giustizia e a far
rispettare le promesse fatte da ormai troppo
tempo anche in sede parlamentare.
Mi riferisco ad esempio alla necessità di
addivenire alla soppressione dell’imposta
intrattenimento in via legislativa o, in caso
contrario, in via giudiziale finanche attivan-
do un’azione davanti alla corte di Giustizia
Europea, così come la volontà di perseverare
in un duro contrasto il fenomeno dell’abusi-
vismo richiamando alle loro responsabilità
gli enti e le istituzioni deputate al dovuto
controllo.
Imposte esose non dovute alla concorrenza
sleale; due problemi ineludibili che devono
essere seriamente affrontati e risolti perché è
anche su questi temi, in un momento di crisi
come quello che stiamo attraversando, che si
gioca il futuro delle nostre imprese.
L’augurio per il bene dell’Italia è che final-
mente si parta col piede giusto e che si arrivi
a risolvere adeguatamente i problemi delle
imprese e delle famiglie.
Maurizio Pasca
Presidente SILB
DI NUOVO ALLO
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