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07 Dicembre 2022Fino a questo momento, a inquadrare le attività storiche sono state prevalentemente Regioni e Comuni, con Unioncamere che in un suo registro specifico inserisce tutte quelle operative da almeno 100 anni. La norma Uni 11891-1 – illustrata nel corso di un seminario tecnico nella sede Fipe di Roma – stabilisce che tra le caratteristiche principali che i locali devono avere per poter essere riconosciuti come storici ci sono l'aver mantenuto al loro interno gli arredi originali ed essere in attività da almeno 70 anni. “Era importante essere identificati come comparto a sè della ristorazione italiana, che ha delle sue specificità e criticità rispetto ai costi di gestione più elevati che richiede – ha spiegato Cavo a Mixerplanet – Questo ci porterà ad avere poi dei riconoscimenti da parte delle pubbliche amministrazioni, siano esse centrali o decentrate, che consentono a questi locali di essere consegnati alle generazioni future in modo adeguato”.
Di fatto, dunque, la norma riesce finalmente a compattare il segmento dei locali storici. Solo in Lombardia, stando ai dati Fipe, si contano ben 765 pubblici esercizi storici; a seguire il Veneto (500) e l'Emilia Romagna (155). “Abbiamo nelle mani un patrimonio da tutelare, mettendolo al centro delle politiche di sviluppo del turismo di qualità e delle politiche delle nostre città, consapevoli che l’esperienza in queste strutture non è solo di consumo ma è un tuffo nella storia e nella cultura del Paese – ha aggiunto il presidente de Gli Storici – Ora sta a noi, come sindacato, andare a richiedere al legislatore e all'esecutivo di operare in maniera tale che queste attività possano avere dei riconoscimenti ad hoc, anche di tipo economico”.
Quali? Per prima cosa, Alessandro Cavo mette sul tavolo il credito d'imposta sui restauri dei locali storici e sugli adeguamenti normativi tra sostenibilità ed energia, in quanto intervenire su questa tipologia di struttura comporta spese assai ingenti. “Inoltre – ha concluso Cavo – tra le nostre idee, che non sono poche, c'è sicuramente quella di richiedere un fondo circolare per permettere ai gestori di acquistare ove possibile gli immobili dove sono ospitati i locali, in maniera tale da mettersi al riparo anche da interventi speculativi da parte dei proprietari che potrebbero pensare di andare ad affittare a grandi catene o multinazionali della moda o quant'altro”.
La norma Uni 11891-1 è stata frutto del lavoro promosso negli ultimi mesi da Fipe e dall’Associazione Gli Storici Caffè che ha visto la costituzione di un tavolo con il ministero delle Imprese e del Made in Italy, Confcommercio, l’Unione Consumatori, Uniter e Uni. La stessa Uni, come ha affermato il presidente Giuseppe Rossi, “considera la nuova norma uno strumento che concorre a elevare il livello dell’offerta turistica, culturale e alimentare italiano e garantire quell’esperienza tipica dello stile di vita made in Italy”.
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