pubblici esercizi
01 Dicembre 2022
È quanto previsto dalla proposta di regolamento sugli imballaggi presentata dalla Commissione Ue per rivoluzionare il mondo del packaging puntando dunque sul riuso e sul sistema «vuoto a rendere», e che vuole eliminare in sostanza gli imballaggi ritenuti superflui. L’obiettivo è ridurre la produzione di rifiuti di imballaggio che nel corso degli anni sono cresciuti: ogni europeo, in media, ne produce infatti circa 180 chili all’anno. Si tratta di una misura, però, che porterà con sé una notevole diminuzione dell’occupazione negli stabilimenti di produzione di imballaggi monouso, ma allo stesso tempo le stime riferiscono che il nuovo sistema potrebbe portare alla creazione di 600mila posti di lavoro nel settore del riutilizzo entro il 2030.
La proposta – negli hotel non si potranno più utilizzare mini-flaconi per sapone e shampoo liquido e nei pubblici esercizi resterà la possibilità di usare bustine da tè, capsule e cialde di caffè compostabili – sarà esaminata dal Parlamento Ue e dal Consiglio con procedura legislativa ordinaria. A seguire inizierà la trattativa per arrivare infine a un accordo. “Nessuno vuole mettere fine alle pratiche di riciclo che funzionano bene o mettere in pericolo gli investimenti – ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Frans Timmermans – So che in Italia è stato già fatto moltissimo sul riciclo, ma vogliamo ancora di più, non c’è competizione tra i due approcci”.
Per raggiungere l’obiettivo del nuovo regolamento - un taglio del 15% pro-capite per ogni Paese Ue entro il 2040 dei rifiuti di imballaggio rispetto ai livelli del 2018 - entro il 2040 l’80% delle vendite di bevande da asporto dovrà essere servito in imballaggi riutilizzabili o usando i contenitori dei clienti (il 20% entro il 2030). La proposta prevede anche l’introduzione di sistemi obbligatori di cauzione-rimborso per le bottiglie di plastica e le lattine di alluminio. Inoltre entro il 2030 tutti gli imballaggi presenti sul mercato Ue dovranno essere riciclabili.
Adesso, la proposta dovrà essere esaminata dal Parlamento Ue e dal Consiglio secondo la procedura legislativa ordinaria. Una volta che le due istituzioni raggiungeranno, separatamente, una posizione negoziale sul testo della Commissione, inizierà la trattativa per arrivare a un accordo.
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