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09 Febbraio 2022

Gruppo Italiano Torrefattori di Caffè: tutti i perchè del caro espresso


Gruppo Italiano Torrefattori di Caffè: tutti i perchè del caro espresso

Dall'impennata dell'import alla speculazione finanziaria, le cause dell'aumento del caffè verde tengono banco nel dibattito tra gli addetti ai lavori. Questa volta, a dire la sua, è Alessandro Bianchin, CEO di Bin Caffè e Presidente del Gruppo Italiano Torrefattori di Caffè.

Il periodo del lockdown ha inevitabilmente rallentato l’approvvigionamento delle materie prime: molte torrefazioni hanno ridotto gli stock in magazzino durante il periodo di chiusure, per poi incrementarli con la ripresa post lockdown del 2021”, afferma Bianchin.

Ma non basta, perchè tra le cause della crisi attuale del settore c'è anche il congestionamento del traffico marittimo dovuto all’impennata dell’import post lockdown. Lo dimostrano le stime che arrivano dall’Istat: rispetto all’anno precedente, nel 2021 il mercato ha registrato importazioni pari a +5,5% di caffè verde e +21,2% di decaffeinato non torrefatto, per un giro d'affari totale di oltre 982 milioni di euro di import del caffè verde, rispetto ai 930 milioni di euro del 2020. In controtendenza, invece, è andato l’export della materia prima, che nel 2021 si è ridotto del 3,8% per il green coffee e del 14,7% per la materia prima decaffeinizzata, con un calo da oltre 41 milioni a 38 milioni di euro.

Un effetto elastico che avrebbe portato alle attuali difficoltà nei porti di imbarco, dove si stanno verificando una serie diproblemi legati al congestionamento del traffico e, soprattutto, complessità nel reperimento di container adatti al trasporto della materia prima. 

Oltre a ciò, sulle difficoltà del comparto pesa non solo il cambiamento climatico, a causa della forte irregolarità dei raccolti, ma anche la speculazione finanziaria internazionale, con le quotazioni del caffè nelle borse di Londra e New York che registrano, da oltre un anno, un trend rialzista dell’80% per il caffè Arabica e del 70% per la Robusta.

La fase di difficoltà ha però i mesi contati: il caffè italiano è riconosciuto nel mondo e ha voglia di ripartire, ma è importante che le aziende cambino o integrino i propri modelli di business. Non lasceremo scadere la qualità per abbattere i costi anzi, il futuro richiede una selezione sempre più accurata della materia prima anche nel canale home”, conclude Bianchin.

TAG: CAFFè DIEMME,ALESSANDRO BIANCHIN,CARO TAZZINA,GRUPPO ITALIANO TORREFATTORI DI CAFFè

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