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15 Dicembre 2021Lo stato di emergenza continuerà fino a marzo 2022. Dopo i rumors degli ultimi giorni, adesso è arrivata anche l’ufficialità. La proroga prevista sarà di tre mesi, fino a marzo 2022, e secondo le intenzioni del governo dovrebbe rappresentare una sorta di periodo di transizione verso la normalità.
Se dal punto di vista normativo, la decisione non avrà influenze sulle modalità di accesso e consumo nei pubblici esercizi, ciò che rischia di influire negativamente sul giro d'affari già messo a dura prova di bar e ristoranti sono le conseguenze della nuova ordinanza – valida a partire dal 16 dicembre e fino al 31 gennaio – firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza.
A rendere più difficile l'arrivo della clientela straniera, sarà infatti l'introduzione dell'obbligo di un test molecolare per l’ingresso in Italia dai Paesi europei (il test per mezzo di tampone dovrà essere effettuato nelle 48 ore prima dell’ingresso nel territorio nazionale o un test antigenico con tampone nelle 24 ore antecedenti all’ingresso in Italia. Per i non vaccinati, invece, oltre al test negativo è prevista la quarantena di 5 giorni).
"Se l’Italia è ancora in emergenza e lo sarà fino a marzo 2022, è ovvio che anche le imprese saranno in emergenza fino ad allora. Perciò chiediamo, con proroga fino al 31 dicembre 2022: tavolini all’aperto, credito d’imposta sugli affitti, cassa integrazione, ristori adeguati alle perdite di fatturato", è stata a questo proposito la reazione di Raffaele Madeo, presidente nazionale di Tni Italia, il sindacato che rappresenta il mondo Horeca.
"Chiediamo per l’ennesima volta un incontro urgente con il presidente del Consiglio Mario Draghi. Serve subito un tavolo di concertazione per il settore. Le spese per l’energia e le materie prime sono a livelli insostenibili e con tutte queste nuove restrizioni, tra green pass e super green pass, e questa comunicazione allarmistica sui contagi, si riduce la mobilità e la propensione al consumo non solo dei non vaccinati, ma anche di chi si è vaccinato", ha aggiunto Madeo.
La situazione, d'altronde, è grave anche per il settore alberghiero, che chiude con numeri negativi per il secondo anno consecutivo. "Anche se per soggiornare negli hotel è sufficiente il green pass ‘base’ – ha sottolineato Cristina Tagliamento, segretaria nazionale di Tni Italia – i turisti vengono per girare, per andare nei musei e nei ristoranti, non per stare chiusi in hotel, e dunque la voglia di viaggiare, in questo clima di terrore e incertezza, è venuta meno. Di qui disdette e cancellazioni, che sono ormai all’ordine del giorno".
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