pubblici esercizi
25 Giugno 2020
L’impatto della pandemia e delle necessarie misure restrittive è stato devastante per l’intera categoria e continua ad esserlo anche nella cosiddetta “Fase due”. Secondo le stime del Centro Studi FIPE, la pandemia Covid-19 l’emergenza epidemiologica, ha prodotto per l’intero comparto dei Pubblici Esercizi perdite di fatturato pari a circa 28 miliardi di euro, sull’anno in corso, mettendo a rischio 50.000 imprese e 300.000 posti di lavoro. La ripartenza è stata molto complicata per il settore della ristorazione, la maggior parte degli imprenditori ha deciso di riaprire già a partire dal 18 maggio (circa il 48%) mentre circa il 35% lo ha fatto solo qualche giorno dopo. Una minima parte, il 10,8% ha scelto di riaprire il primo giugno, mentre ancora meno, il 5,6%, ha rinunciato del tutto a riaprire a causa delle condizioni imposte ritenute economicamente svantaggiose. Per circa l’80% degli imprenditori intervistati lavorare con il distanziamento interpersonale e le altre misure anti covid-19 ha creato non poche difficoltà e la prima settimana di attività è risultata essere nel suo complesso negativa o molto negativa per ben il 74,5% delle imprese tanto da registrare cali di fatturato del 69,4%. La riapertura è avvenuta “con personale ridotto: il 40% dei dipendenti (pari a circa 400mila unità), infatti, è rimasto a casa”. A questo quadro si aggiunge che meno di un terzo dei lavoratori ha ricevuto i contributi previsti dal fondo di integrazione salariale e dalla cassa in deroga e dei 400 miliardi attesi sul Dl liquidità, ne sono stati erogati meno di 20. A conferma delle grandi difficoltà di uno dei comparti più colpiti dall’emergenza Covid-19 gli ultimi dati Istat sull’andamento del primo trimestre 2020 che ha visto una flessione del fatturato per le imprese della ristorazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del 23,8%. Sui primi tre mesi ha influito pesantemente il mese di marzo e preoccupa pensare a cosa succederà nel secondo trimestre con i periodi di chiusura più lunghi, tutto aprile e parte di maggio, e con la ripartenza lenta di giugno.

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