bevande
03 Febbraio 2015Birra analcolica, prodotti senza glutine, car e bike sharing nel nuovo paniere Istat. Addio invece al registratore dvd o al navigatore che lasciano spazio alla sharing economy.
Insomma, le abitudini degli italiani cambiano e l'Istat prova a restare al passo, adeguando il paniere dei consumi sul quale viene calcolata l'inflazione al nuovo stile di vita del Paese.
Cresce quindi l'attenzione all'alimentazione: biscotti e pasta senza glutine, birra analcolica, bevande alle vending machine e, inoltre, la rilevazione del prezzo del “caffè al ginseng al bar” va ad integrare quella dei prezzi della caffetteria al bar.
Per ampliare la copertura dei diversi aggregati di consumo, spiega l'Istat, sono state fatte altre modifiche. Sempre per quanto riguarda il settore alimentare, ad esempio, è stata inserita la nuova posizione rappresentativa pizza - prodotto di panetteria nell'ambito della nuova sottoclasse Pizza e quiche, all'interno della divisione di spesa Prodotti alimentari e bevande analcoliche.
“L’aggiornamento – precisa l’Istat - tiene conto delle novità emerse nelle abitudini di spesa delle famiglie e arricchisce, in alcuni casi, la gamma dei prodotti che rappresentano consumi consolidati”. E per certi versi anche la crisi, con i bilanci delle famiglie sempre più incentrati sulle spese incomprimibili, insomma, lascia un segno.
In sostanza anche nel 2015 restano ottanta i comuni capoluogo di provincia che concorrono alla stima dell'indice dei prezzi al consumo. Le divisioni di spesa che hanno il peso relativo maggiore per il calcolo dell'indice Nic sono i prodotti alimentari e le bevande analcoliche (16,5%), i trasporti (13,8%). A seguire casa, acqua, elettricità e combustibili (11,6%), servizi ricettivi e di ristorazione (11,2%).
Paniere Istat
L’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, al fine di rilevare le variazioni che interessano il prezzi e il tasso di inflazione, ricorre al paniere: l’insieme di beni e servizi rappresentativo degli effettivi consumi delle famiglie in uno specifico anno. Ogni dodici mesi, l’Istat provvede ad aggiornare il paniere, così da poter adeguare l’insieme dei prodotti in esso contenuti in base alle modifiche delle abitudini di spesa degli italiani.
L’Istat dispone ogni mese di circa 300.000 singoli prezzi rilevati in 80 capoluoghi di provincia, presso circa 28.000 punti di vendita. La scelta dei singoli prodotti, e quindi l’eventuale inclusione o esclusione, viene effettuata sulla base delle fonti statistiche disponibili: la Contabilità nazionale (rilevazione della spesa dei consumi finali delle famiglie), altre fonti Ista (ad es. le rilevazioni relative al commercio con l’estero, alla produzione industriale, al turismo), altre fonti esterne (ad es. dati sul fatturato delle vendite per alimentari, tessili, abbigliamento e calzature, dati relativi agli sportelli bancari, rilevazioni effettuate tramite Internet).
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