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32 MAGAZINE SAI CHE C ’È Il lusso esperienziale delle colazioni in Hotel Il primo pasto della giornata si sta trasformando in un’esperienza esclusiva, lontana dalla tradizione del bar. Scopriamo come gli alberghi di lusso stanno cambiando questo momento in un’esperienza multisensoriale L a colazione. Dolce o salata. A buffet o alla carta. Continentale o all’americana. Di corsa perché il lavoro ci aspetta o comodamente rilassati una do- menica mattina. È il pasto più importante e non andrebbe mai saltata se vogliamo risvegliare il nostro metabolismo e affrontare al meglio la giornata. Per gli albergatori è uno dei momenti chiave per generare qualità del cliente. Se il brunch sembra passare di moda, la colazione oggi diventa un rito che va oltre il servizio che un albergo deve offrire ai propri ospiti. Sostituisce sempre più spesso gli aperitivi e le cene fuori facendosi momento d’incontro, business o social a seconda che ci si riunisca attorno a un tavolo per parlare d’affari o rilassarsi con amici o la propria famiglia. Un momento leasure esperienziale che gioca con la narrativa in cucina per la nostra voglia di ascolto, che permette esperienze multisensoriali inattese (di gusto, di suoni, di visioni), con cui strizziamo l’oc- chio alla sostenibilità e grazie al quale facciamo nostro il territorio con tutte le sue valenze antropologiche e culturali per non sentirci in colpa degli eccessi un po’ goderecci della pasticceria in una società sempre più salutista, e che fa spettacolo con l’estetica del gesto delle preparazioni espresse ai tavoli e le sublimi location dove passare del tempo a consumarle. Il tempo. Avere tempo ci permette di scegliere, e la possibilità di scelta è il vero lusso contemporaneo. Nella frenetica società di oggi è un dono grande che possiamo regalarci. Siamo esseri umani e in quanto tali incompleti, vulnerabili. Per questo abbiamo bisogno di cura, come ci ricorda Luigina Mortari docente di Fenomenologia della Cura presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Verona. Perché allora non uscire e dedicarsi del tempo attorno DI GIANLUCA DONADINI
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