QUALITALY_144
30 MAGAZINE FACCE DA CHEF mare di Guido 1946 senza vivere all’atto della creazione una crisi esistenziale simile a quella di Mastroianni-Gui- do Anselmi, regista cinematografico senza più ar te di felliniana memoria. La cucina di Raschi evita di essere soffocata da parole, immagini e suoni che non hanno ragioni di vita, che vengono dal vuoto e vanno verso il vuoto nel tentativo di creare quando non si ha più nulla da dire. Non accatasta elementi facendo confusione in “una suite di episodi assolutamente gratuiti, può anche darsi divertenti” portata dopo portata. Non abbiamo una sindrome da pagina bianca. Non ab- biamo vuoti di memoria, non abbiamo luci che non si accendono più a causa di una crisi esistenziale che svuota e toglie forza. Perché la vena creativa di Raschi è tutt ’altro che esaurita e il rappor to con i suoi colla- boratori tutt ’altro che smarrito. Educarsi a un atto di silenzio non sarebbe quindi un atto di lealtà del cuoco nei confronti degli avventori, grazie a una cucina in cui gli ingredienti danzano dall’inizio alla fine in un carosello senza tregua che mescola realtà, sogno e quella giusta dose di stupore che genera meraviglia, come e più di quanto gli attori della danza senza fine della passerella di 8 e ½ del Maestro Fellini sapevano fare. ” “ Dire la verità. Quella che conosco, che cerco, che non ho ancora trovato. Solo così mi sento vivo. Immagino siano queste battute di Mastroianni recitate nel finale di 8 ½ di Fellini ad accompagnare Raschi che si alza e se ne va nella notte ormai buia che dal mare lontano sale
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