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25 Gianpaolo Raschi Chef MAGAZINE Febbraio/Mar zo 2025 non metta in discussione la propria identità. L’essere nipote di Augusta, figlio di Tiziana e fratello di Gianluca vincolano e definiscono Raschi come uomo e come cuo- co in una terra che si spiega in fondo nella semplicità di una spiaggia dove presto gli ombrelloni se ne andranno - siamo a metà settembre - lasciando quella dimensione da circo eclettico e gioioso dove il divertissement è lie- ve e sognato per dare spazio alla nebbiosa malinconia del mare autunnale con la sua romantica disillusione. “Impossibile chiudere fuori sabbia, mare e cielo senza perdere una parte di sé che ci autodefinisce quando si è nati a Rimini”, città che per Raschi, come per Fellini, è una dimensione della memoria dove tutto si immagina. Cresce nel cuore e nelle vene come linfa vitale che dà vita con “una bonomia, una cordialità, una botta sulla spalla che implica confidenza e amicizia ma sa esse- re un pastrocchio confuso, pauroso, tenero con questo grande respiro, questo vuoto aperto mare con cui tutti i riminesi nella vita devono fare i conti”. Nei piatti di Raschi s’infrange il mare, l’Adriatico tanto caro che entra con l’onda lunga che non scompiglia l’arenile S iamo a Miramare, Lungomare Spadazzi. Gianpaolo è uomo riservato e libero, ‘conservatore progressi- sta’. Una bella voce narrante, profonda e roca, che racconta con maestria, capace di ironia e savoir faire, con quell’accento romagnolo accattivante che mette di buon umore. Un viso che si fa subito espressione quando accompagna la parola con una mimica segnata dal mare, dal vento, dalla sabbia, tanto è profonda e accentuata, elementi che a Rimini tracciano nella fisiognomica par- ticolari identitari e di appartenenza. Seduti a un tavolo di “Guido 1946”, si capisce molto della metafisica del cuoco riminese. Basta osservare oltre le vetrate che sono confini immateriali, specchi dell’anima che riflettono le forme del paesaggio sentimentale ed emotivo di Raschi aprendosi sulle verità di un uomo che è cuoco che nasce e cresce in una rete di affetti familiari che lo rendono cultore di una cucina domestica che non può prescindere dai rappor ti di sangue, secondo una pronta e totale adesione a codici familiari che educano e forgiano a vivere il presente come risultato di un passato più o meno lontano e come premessa di un futuro che

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