QUALITALY 141
Agosto/Se ttembre 2024 15 MAGAZINE duzione 2023-2024, ci sono la Cina, l’India e il Bangla- desh, rispettivamente con una quota del 28%, 26% e 7% della produzione globale (fonte: Usda), ma entro il 2033, secondo l’Agricultural Outlook curato dall’Ocse e dalla Fao, l’India supererà la Cina come maggior pro- duttore di riso al mondo. In questo contesto, qual è il ruolo dell’Italia? Al nostro Paese spetta il primato tra i produttori di riso in Europa, con oltre la metà prodotta nel Vecchio Continente, anche se i numeri sono di nic- chia rispetto alla produzione mondiale. Ma è importante sottolineare un dato: del 50% del riso prodotto in Italia ben il 60% viene espor tato. Il riso in Italia Dopo alcuni anni di flessione, la coltivazione di riso in Italia è tornata a crescere nel 2024. Se nel 2022 gli ettari coltivati erano 218.421 (-8.617 ettari e -3,8% rispetto al 2021), e nel 2023 il numero di ettari scendeva ancora a 210. 239 (-8.182 ha, con un trend del -3,7% vs 2022), nel 2024 le superfici sono aumentate del +7,5%. Secondo i dati di Ente Risi aggiornati al 20 luglio 2023, infatti , si stima che la super ficie destinata alla coltura di questo cereale nel 2024 ammonti a 226.100 ettari. Una produzione che storicamente si concentra nel quadrilatero Alessandria-Vercelli-Novara-Pavia, tra Piemonte e Lombardia, ma comprende anche il lodi- giano, la bassa veronese, la zona tra Rovigo e Ferrara, seguendo in linea di massima il corso del fiume Po. Un cereale che arriva da lontano Quella del riso è una storia antica. Questo cerale ha avuto origine in Asia e alcuni scavi dimostrerebbero che in Cina si coltivava e si consumava già settemila anni fa. Inoltre, i resti fossili trovati nella valle dello Yang Tze nel paese asiatico, risalenti a circa 5 mila anni fa, confermerebbero che in quella regione le risaie erano già una realtà. Se si conosce il paese di origine del riso, non è ancora chiaro, invece, come questo cereale sia giunto in Italia. Esistono diverse teorie a riguardo. Al- cuni sostengono che sia arrivato nel Bel Paese quando gli Arabi invasero la Sicilia, altri grazie agli aragonesi insediatisi a Napoli, mentre secondo una terza teoria furono i mercanti veneziani provenienti dall’Oriente a introdurlo per la prima volta in Italia. In un susseguirsi di ipotesi, c’è una certezza: nel XV secolo la coltivazione di riso in Italia è già abbastanza diffusa fra il Piemonte e la Lombardia e si racconta che nel 1475, Gian Galeazzo Sforza, duca di Milano, donò un sacco di seme di riso ai duchi d’Este assicurando che, se ben impiegati , si sarebbero trasformati in 12 sacchi di prodotto. A distanza di diversi secoli , nel nostro Paese ne sono coltivate molteplici varietà. Tra queste , arborio, car- naroli , roma e vialone nano, di cui l ’Italia è l ’unica produttrice al mondo, sono considerate le più pregiate. Non a caso, dei 226.000 ettari coltivati a riso, circa la metà è destinata alla coltivazione di queste varietà.
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