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la trama di Markal si inf ittisce e fascino e c ibo si f ondono e si c on f ondono i n una so luz i one un i ca che l ’azienda propone ai propri clienti. Del re- sto, è una storia tutta Toscana, ereditiera di altisonanti nomi legati ai due mondi , moda e gastro - nomia. E Markal ne è un esempio calzante. “Seguiamo i trend del settore”, continua Alessandro “ricerchiamo prodotti territoriali per quegli chef che vogliono distinguersi nella scelta di materie prime sostenibili. La cucina oggi, come la moda, è attenzione ai par ticolari e cura dei dettagli”. Quello di Mar kal è un impegno a res ti tuire valore alla filiera alimentare , quello che la Toscana ha visto sottratto al settore della moda. Se possiamo annoverare f iumi di esempi di cibo in passerella, a par tire dalle stampe realiz zate nel 1937, nientemeno che dal disegno di un’aragosta f irmato Salvador Dalì che sfila su un vestito in tulle di seta, ai limoni che hanno decorato gli abiti di Givenchy , f ino alle recenti stampe degli spaghetti di Dolce & Gabbana , in questa storia la direzione va anche dalla passerella alla cucina. È nientemeno Ferragamo , una maison straordinaria, a realizzare sofisticati piatti con ingredienti Markal. E di chi potevano essere se non di un’azienda che è dentro a questo settore dalla nascita e in un continuo scambio di sinergie con la moda? Prima di lasciar lo abbiamo chies to ad Alessandro di anticiparci le nuove tendenze , ma come fanno gli addetti al settore , non si è sbottonato, limitandosi a suggestionarci con un indizio “La nostra attenzione sarà sempre rivolta all’outfit ”. il carente equilibrio del settore tessile, troppo frazionato, almeno in Toscana, e le potenzialità della ristorazione. Que- sto pool di imprenditori rileva un’azien- da strettamente territoriale, che com- mercializ zava carne, e la trasforma in un’impresa regionale che si propone ai clienti con una gamma completa di prodotti alimentari. Markal, ovvero segno, il nome inizia a svelarci la trama e i primi significativi intrecci di cibo e moda. Culturalmen- te nominare è dare vita. L’identità di questa azienda non segna un punto di rottura con il settore da cui i fondatori provengono. Il segno, quello dei tratti dei boz zetti da cui la moda prende vita per mano degli stilisti, designerà il destino di questa neonata realtà. Nel 2013 Markal diventa un’impresa familiare e Ales- sandro è chiamato dal suocero a dirigerla. “Ero erede di un lani f icio avviato quanto mi è s tato richies to di gestire l’azienda. Conoscevo i problemi legati alla globaliz zazione e l’impatto che le aziende di distribu- zione, come Zara, avevano sulle nostre piccole attività territoriali e ho deciso di accettare”. Ancora un evento saliente della storia di Markal e ancora un legame stretto tra moda e cibo. È lo stesso Alessandro a darci una chiave di lettura: “Avevo vissuto i ritmi della moda e co l l abo ravo s t re t t a - men t e con g l i s t i l i s t i . Ero calato nella ciclicità delle presentazioni delle collezioni , invernali ed e s t i v e . L a s c e l t a de i tessuti , dei colori , delle fantasie , delle nuance . E mi s ono de t t o che non era poi così lonta- no da l la rea l i z zaz i one di un menù da par te di uno chef. Anche il cibo ha i suoi cicli stagionali. L’eleganza di un piatto, la cromia dei colori , l’e- quilibrio di gusto e sa- pori. Creare una ricetta e r ea l i z z a r e un ab i t o sono processi che han- no molto in comune”. Ma “ Avevo vissuto i ritmi della moda e mi sono detto che non era poi così lontano dalla realizzazione di un menù da parte di uno chef G iugno/Luglio 202 2 7 MAGAZINE
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