QUALITALY_129
G iugno/Luglio 202 2 45 MAGAZINE to L imone Cos ta d 'Amal f i o S f usato Amal f i tano, prodo t- to IGP, dalle carat teris tiche molto pregiate , la cui buccia è di medio spessore, di colore giallo par ticolarmente chiaro, con un aroma e un profumo intensi grazie alla ricchez za d i o l i e s senz i a l i e t e rpen i , peculiarità necessarie per la produzione del liquore a base di limoni. La col tivazione di ques to agrume in Campania ha una tradizione antichissima: impor tato dai greci, suc- cessivamente sviluppato dai romani. Alcuni reper ti di Pompei provano l’esistenza di una bevanda molto simile al limoncello già noto in quell’epoca. Grazie al limone di Amalfi, agrume che ha una shelf life molto più lunga rispetto agli altri frutti e consente una maggiore conser vabilità, la Scuola Medica di Salerno contrastò lo scorbuto, malattia dovuta alla carenza di vitamina C , diffusasi tra i marinai durante lo sviluppo della navigazione amalfitana. Da allora gli abitanti della Costiera cominciarono a introdurre il limone su tutto, addirittura sulla moz- zarella , grazie al suo gusto più dolce e meno aspro rispetto a quello dei limoni siciliani. Ed è molto frequente in quei luoghi fare colazione al mattino con una speciale limonata fatta anche con latte e zucchero, accompagnata dalle ‘pastarelle’ di Amalf i , chiamate anche bace tti , biscotti farciti con crema di limone. La base si ricava da un impasto di farina , fecola di patate, nocciole, zucchero, burro, lievito e uova mentre la crema viene fatta con scorza di limone, limoncello, latte e cioccolato bianco. A pranzo, si continua con tagliolini o spaghe t ti al limone , ricetta povera ma molto gustosa, e per cena un’abbondante impepata di coz ze , ovviamente con una generosa spruz zata di limone. A fine serata, prima di andare a dormire , per conclu- dere in bellez za, un bicchierino di limoncello: liquore scoper to all’inizio del ’900 in una pensioncina di Capri dalla signora Maria Antonia Farace che lo o ffriva dopo pranzo come digestivo ai suoi amici intellettuali che andavano a trovarla. Una cucina a base di pesce La costa e l’entroterra salernitano sono luoghi che subito affascinano il visitatore, ammaliato anche dai profumi e dai sapori della cucina locale. In un angolo incantevole del centro storico di Salerno, al turista che vi si avventura, appare ‘discreto’ il ristorante Mariterraneo, eccellenza della gastronomia salernitana. Emiliano Ciancio , titolare e chef, utiliz za per i suoi piatti prodotti esclusivamente campani, soprattutto della costiera e del Cilento. Il mare di quest ’angolo di terra è pescoso e le sue varietà sono tante: mazzancolle, totani, seppie, polpi, ricciole, sampietri e gamberi bianchi. Ci sono anche altre varietà di pesce meno conosciute come il pesce balestra , la cui carne è dura, compatta e molto saporita e il coccio , ottimo nel sugo per condire la pasta. “Quando cucino il pesce mi piace fare delle combinazioni con alcuni prodotti della zona - dice Emiliano Ciancio - In questo periodo, per esempio, faccio le mazzancolle cotte o crude con il fico bianco (essiccato) del Cilento, che grattugio anche sulla pasta e lo metto pure nei totani ripieni con la provola , la salvia , due gocce di
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