QUALITALY_125
8 PRIMO PIANO cui il ristoratore può assumere un ruolo informando e formando il cliente verso sistemi alimentari piu consapevoli e bi- lanciati, con una attenzione particolare alla filiera corta e ai regimi alimentari ecosostenibili, valorizzando, anche con il coinvolgimento dei ministeri interessati, i prodotti a basso impatto ambientale, biologici, sostenibili, a filiera corta. Sotto i riflettori anche il coinvolgimento della ristorazione nel PNRR [il Piano Nazio- nale di Ripresa e Resilienza all’interno del Next Generation EU, il pacchetto da 750miliardi di euro concordato dall’UE in risposta alla crisi pandemica, ndr ]. Infine, le associazioni chiedono di ren- dere strutturale il Fondo ristorazione creando un ufficioministeriale dedicato alle politiche di settore e di filiera per mantenere un dialogo permanente con le istituzioni. Insomma, “le idee ci sono, il Governo avra l’impegnodi concretizzar- le” hadettoCarloCracco, Ambasciatore del Gusto. “Ora piu che mai occorre un’azione di rilancio del comparto per consentirgli di assumere in pieno il ruolo di vola- no per tutto l’agroalimentare italiano, essendo parte integrante della filiera e costituendo il punto di contatto con il consumatore finale” ha conclusoCristi- na Bowerman, Presidente ADG. UNA RISTORAZIONE PIÙ SANA E DEMOCRATICA Senzadubbio lapandemiaha creatouna nuovaconsapevolezza, anchepressogli chef stellati più avvezzi alla riflessione come Niko Romito, che a Identità Go- lose 2021 ha presentato la sua idea di futuro del settore. “Solitamente i cam- biamenti culturali non sono repentini.Ma la pandemia ha innescato un processo rapido di mutamento, il mondo è già di- verso rispetto a quello che conosceva- mo fino all’inizio del 2020” ha esordito. In primissimo piano secondo Romito ci sarà dunque la formazione, che andrà però ripensata e attualizzata secondo alcune linee guida che hanno il sapore della rivoluzione culturale. Innanzitutto la salute, che dovrà diventare centra- le nella strategia del cuoco del futuro “chiamatoaperseguireunbilanciamento continuo tra soddisfazione del palato ed equilibrionutrizionale”.Poi il rapportocon l’industria: “occorre far sì che i processi industriali cambino” puntando suun’alta qualità “standardizzata” ma proprio per tal ragione più “democratica” e “siamo noi chef a poter consentire all’industria questo salto, sfruttando le competenze, i saperi, la ricerca che svolgiamo”. Infine, la sostenibilità anche della ristorazione collettiva, che totalizza i grandi numeri. E il ritornoal ristorantedei prodotti “poveri”: cipolla, carciofo, verza, cavolfiore, pane, “utilizzando la selezione della qualità, la ricerca e le tecniche di trasformazione per rendere grande una materia prima anche poco costosa”. Il futuro dunque passa (anche) per il ritorno all’essenza della cucina italiana. OTT. NOV. 2021
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy Mzg4NjYz