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22 DIC. GEN. 2021 riale in presenza, grazie ai servizi di ristorazione e ospitalità interni. “Siamo una realtà a filiera chiusa - affermaAndreaVallino,coordinatore dell’areatecnico-professionaledella Scuola Alberghiera della Valle d’Ao- sta, Fondazione per la Formazione Professionale Turistica – quindi, non facciamounadidattica laboratoriale fine a se stessa, fatta solo di prove e assaggio. Il nostro convitto conta 80 allievi che, supervisionati dai no- stri docenti, prima dell’emergenza Coronavirus, preparavano e servi- vano circa 600 pasti al giorno per i loro compagni e per il personale dell’istituto; oggi, purtroppo, per le restrizioni che tutti conosciamo, ne producono solo 400”. È evidente che l’approccio pratico degli istituti e delle scuole di cucina sia più articolato rispetto ad altre scuoleaindirizzoespecialitàdiverse. I vari laboratori di cucina, sala, bar, informatica e linguistico ne confer- mano le complessità organizzative. Così, per gestire meglio le attività laboratoriali, alcuni plessi hanno preferito concedere più ore ai primi tre laboratori (cucina, sala, bar), es- senziali per gli alberghieri, piuttosto che agli ultimi due, sospendendoli (informatica, linguistico). È altrettanto evidente che è cam- biata l’interazione tra i ragazzi e i docenti perché, quest’ultimi, oltre alla funzione prettamente didattica richiesta dal ruolo che ricoprono, hanno il compito anche di control- lare chegli allievi rispettino le norme ti: sociali, logistici e tecnici. Fattori che, daquando le lezioni onlinesono entrateprepotentementenellaquo- tidianitàscolastica, hannocondizio- nato pesantemente il lavoro degli insegnanti, degli alunni, e le abitu- dini delle famiglie. Ciascunonel loro mondo, lontani anni luce da quel metodo didattico inedito che, tutto da esplorare, impone nuovi codici e nuovi idiomi comepiattaforma, pas- sword, zoom, meet e via dicendo. “Lanostrascuolaoper lungimiranza operfortuna-affermailcoordinatore dell’Istituto Alberghiero valdostano Vallino - aveva già un sistema digi- tale attivo, e i nostri alunni da diver- si anni, oltre al registro elettronico, dispongono di un loro account sulla piattaforma Google. Abitualmente all’inizio del primo anno, formiamo i nostri allievi per qualche ora all’uti- lizzo della piattaforma e questo, nel lockdown della primavera scorsa, ci ha consentito di partire subito, a una settimana dalla chiusura”. Tutto ciò però non basta. Perché le lezioni online possano essere fruibili da tutti i ragazzi, è fondamentale va- lutare l’economia delle famiglie coin- volte. Non tutte hanno le possibilità finanziarie sufficienti per garantire ai loro giovani gli strumenti necessari perpartecipareallelezioniadistanza. In questo ambito la solerzia delle istituzioni edellamaggior partedelle IN CUCINA imposte dal Ministero della Sanità durante le attività in presenza. “Le lezioni non sono più libere - precisa la Direttrice APCI LAZIO - come quando si poteva entrare in cucina con 40 ragazzi senza avere nessun problema. Adesso, spetta a noi docenti stare attenti che gli alunni rispettino il distanziamento personale, il corretto uso della ma- scherina, ladisinfezionedegli attrez- zi da cucina dopo il loro utilizzo, e via dicendo. Tutti accorgimenti che esulano dalla didattica scolastica e che tolgono del tempo prezioso alla lezione. Anche se con meno alunni in classe, oggi è tutto più faticoso”. DAD O DDI, MA LA SCUOLA È UN’ALTRA COSA La formazione a distanza, tuttavia, è condizionata da vari componen-
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