Qualitaly_120
13 DIC. GEN. 2021 È la globalizzazione, bellez- za. Avete presente quan- do si poteva decidere su due piedi una serata in discoteca a Berlino o il pranzo dal celebrity chef a New York o Parigi? Peccato che dopo avere accorciato tempi e distanze e omologato stili e menu, le connessioni mondiali, i voli low cost, gli scambi monstre han- no fatto sì che un virus sconosciuto da Wuhan si trasmettesse in pochi mesi in tutto il Pianeta. Chiudendo istantaneamente frontiere e sovver- tendo stili di vita che davamo per scontati. Dal mondo ai nostri piedi siamo passati al quartiere, nel giro di un batter d’ali. Il futuro? Più incerto che mai. Si ipotizzano cesti di test veloci cui attingere fuori da scuole, uffici o ristoranti per identificare in pochi minuti chi può entrare e chi no, ter- mometri di sorveglianza, tira emolla stagionali, con la chiusura di scuole e l’adozione di smart working nelle stagioni fredde, quando i livelli di contagio si alzano. Il distanziamento sociale sarà il newnormal, abbracci e strette di mano solo su richiesta, please. I vaccini che stanno arri- vando non assicureranno copertura totale, anche ammesso che riesca- no a raggiungere la gran parte della popolazione. I grandi raduni – festi- val, concerti, fiere, sagre, crociere – saranno rimpiazzati quanto meno a singhiozzodalla “shut-in economy”, il digitale, il casalingo. Le rotte turi- stiche si restringeranno. Un futuro distopico cui alla fine ci abitueremo, come è stato per le misure antiter- rorismo negli aeroporti. Colpito al cuore, il mondo della ri- storazione ha dovuto affrontare gli stessi problemi ovunque. Abbiamo chiacchierato con tre chef italiani che lavorano da anni all’estero per capire come hanno vissuto questo annus horribilis e come vedono il futuro. Ci hanno raccontato tre ap- procci assai diversi alla gestione della pandemia, ma in loro abbiamo trovato un comune denominatore: la ma non si è capito che era una scelta obbligata: il diritto di spostarsi libe- ramente è garantito a ogni cittadino svedese dalla costituzione. Inoltre, a decidere non è il Governo ma le agenzie governative, in totale auto- nomia. Ora partirà il limite di vendita degli alcolici alle 22, possibileperché la licenza è concessa in “prestito” e puòessererevocatainognimomento per vari motivi. Gli aiuti ricevuti: fino a gennaio il governo paga i contributi dei dipen- denti, qui moltoalti, contribuisceper almeno il 50%dell’affitto, ecompen- sa le perdite di fatturato. Il controllo è molto facile e costante per chi ha sempre pagato le tasse: due giorni dopo la richiestami sono arrivati sul conto 90mila euro. Le tasse sono fatte per questo, se non paghi non puoi pretendere nulla. Il ristorante, ora: abbiamo 58 posti a sedere che erano già distanzia- ti, ho mantenuto tutto il personale. Abbiamo messo quattro distributori con gel, niente mascherine, qui non si usano. Ma c’è un grande senso di responsabilità. passione per questo mestiere, che davvero deve essere il vero punto di (ri)partenza. STOCCOLMA: SEMPRE APERTI, DIVERSI DA TUTTI Claudio Mancini, abruzzese di Ro- ma, è arrivato qui per amore di una svedese (“siamoancora insiemedo- po 45 anni”) e ha aperto “Mancini” nel 1978. “Si mangiava malissimo, l’olio di oliva si vendeva solo in far- macia come lassativo: ho capito che c’erano grandi opportunità”. Oggi il suo è il migliore ristorante italia- no della capitale, premiato anche quest’anno dal Gambero Rosso come “Guardiano della Tradizione”. Lapandemia: nonabbiamomai chiu- so. Amarzoeravamosemprevuoti, la genteavevapauraenonusciva,mace l’abbiamo fatta. Alla riapertura dopo le ferie estive (che facciamo sempre) abbiamo subito riempito, ora siamo prenotati fino a dicembre anche se qualche disdetta per la seconda on- data sta arrivando. Si è parlatomolto della “decisione” atipicadel Governo svedesedi non imporreun lockdown,
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