Qualitaly_119
30 OTT. NOV. 2020 menti da parte dell’Autorità sanita- ria, il datore di lavoro può chiede- re agli eventuali possibili contatti stretti di lasciare cautelativamente il locale. Esiste però un margine di discrezionalità: caso per caso, competono ai singoli Dipartimenti di Igiene e prevenzione sanitaria (Dips) delle differenti ATS/ASL le valutazioni per disporre o meno l’isolamento domiciliare fiduciario dei contatti stretti. In entrambi i casi, oltre alle normali attività di igienizzazione e sanifica- zionedei locali previstadal protocol- loaziendale, nel casodi presenzadi un lavoratore positivo, deve essere prevista una sanificazione straordi- naria delle aree del ristorante”. SE IL CLIENTE È POSITIVO Diverso il caso in cui la positività riguardi un cliente. “In questo ca- so – conclude Sarti – il ristoratore deve collaborare con i Dipartimenti di Igiene segnalando che questa persona si è recata nel locale, per definire lapresuntacatenadi conta- gio. Inoltre, deve renderedisponibili le prove del rispetto delle misure preventiveanticontagioprevistedal protocollo Aziendale Covid19. Mi preme sottolineare che la chiusura scatta solo a fronte di misure impo- ste da ATS, può però essere volon- taria se, a causa della quarantena imposta ai colleghi della persona positiva, il ristorante si trova senza organico. Il problema è di business continuity”. COMUNICARE BENE PER GESTIRE LA CRISI Ma cosa succede se pur facendo bene il proprio lavoro di ristoratore e rispettando le norme il locale vie- ne chiuso o deve rimanerlo perché i dipendenti non possono andare al lavoro? Questa situazione non deve trasformarsi in un’onta, ma bisogna prepararsi alla riapertura. Ci spiega come Alessandra Disnan, esperta di comunicazione in ambito food e titolare di Make it Food. ristoratori siamo dei professionisti e la violazione è stata causata sem- plicemente da una concatenazione sfortunata di eventi”. DA DOVE INIZIARE? Alessandra suggerisce sei azioni: AVVISIAMO I NOSTRI CLIENTI. Attraverso Facebook, magari uti- lizzando una foto dello staff con mascherina e distanze rispettate (è capitato che qualche gestore sia stato multato perché ha pubblicato sui social la foto con lo staff privo di mascherina e non a distanza). Dimostriamo la vicinanza come squadra per accogliere il supporto da parte dei nostri clienti. Attraverso Instagram, sfruttando il potere delle stories! Anche in questo caso, “stringiamo- ci” in un breve video e dimostriamo che questo piccolo inconveniente sarà presto risolto e che la squa- dra sarà più unita che mai. Faccia- molo con il sorriso, diamoci forza a vicenda e vedrete che l’empatia da parte degli utenti sarà davvero strabiliante! Avvisiamo i nostri clienti anche attraverso la newsletter, eventuali gruppi Telegram e liste broadcast suWhatsapp. Inseriamo un post su Google My Business, in modo da poter aggiornare anche chi i social non li utilizza. Aggiorniamo il sito web o il blog. IN SALA “Partiamo dal presupposto che facciamo bene il nostro lavoro, le norme le conosciamo e, soprattut- to, le facciamo rispettare. Capita (perché noi siamo stati attenti, ve- ro?) che il locale venga chiuso per sospetto focolaio o a seguito di un controllo in pieno servizio, magari nel momento in cui la nostra ma- scherina era leggermente abbas- sata, per aiutare il signore di una certa età a comprendere meglio il menu. Arriva lamulta per violazione delle norme anti-Covid, o un ca- so di positività tra i dipendenti e il nostro locale, malauguratamente, chiude per un determinato periodo. Cosa fare in questo caso? Come riuscire a togliersi di dosso questa “macchia” che inevitabilmente avrà ricadute economiche, d’immagine e reputazione? Prima cosa: comu- nicarlo! Non omettiamo il “danno”, non facciamo finta di nulla annun- ciando improvvisamente qualche giorno di ferie o simulando l’immi- nente sistemazione dell’impiantodi riscaldamento. I social, i media, il semplice passaparola nel quartiere o in paese sono una potentissima cassa di risonanza. Affrontiamo la situazione a testa alta perché noi Alessandra Disnan
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