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29 OTT. NOV. 2020 di positività accertato all’interno di un’attivitàdi somministrazionedi ali- menti e bevande, che si tratti di un ristorante o di un bar con possibilità di servizio al tavolo – spiega Valerio Sarti, tecnologoalimentare e titolare di Viesse Consulting - la procedura da adottare è molto simile. Innanzitutto, tutte le attività di risto- razione, come previsto dalle Linee guida per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative pubblicate l’11giugnoaseguitodella Conferenza Stato-Regioni, devono esseremunitedi unprotocollospeci- ficoper la gestione e il contenimento di Covid-19 all’interno della propria attività”. LA GESTIONE DEI SINTOMI Il primo aspetto è quello della rile- vazione della temperatura, che va fatta non solo per i clienti ma anche al personale, prima dell’accesso al luogo di lavoro. “Se la temperatura corporea dovesse risultare supe- riore a 37.5°C – sottolinea Sarti – non deve essere consentito l’ac- cesso o la permanenza nei luoghi di lavoro. Se un dipendente segnala un sin- tomo (durante la rilevazione della temperatura o in qualunque mo- mento della giornata lavorativa) il stretti” all’interno del luogo di lavoro avvenuti negli ultimi 14 giorni. “Sullabasedellecircolari eordinanze ministeriali - sottolinea Sarti - le Au- torità sanitarie territorialmente com- petenti devono applicare ai contatti stretti di un caso probabile o confer- mato lamisura della quarantena con sorveglianza attiva per quattordici giorni e il ristoratore deve quindi va- lutare caso per caso i contatti stretti all’interno del locale”. Per contatto stretto si intende, per esempio, una persona che vive nella stessa casa di un caso CO- VID-19, unapersona che ha avutoun contatto fisico diretto con un caso COVID-19 (per esempio la stretta di mano), una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso COVID19 (ad esempio toccare amani nude fazzo- letti di carta usati), una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di al- meno 15 minuti, una persona che si è trovata in un ambiente chiuso con un caso COVID-19 in assenza di dispositivi di protezione idonei. Tutte queste circostanze possono effettivamente verificarsi nel caso di un’attività di ristorazione. “Mentre sono in corso gli accerta- titolare del locale deve comunicarlo tempestivamente al proprio Medico competente”. Nel caso incui lapositivitàdel dipen- dente venga accertata, il protocollo redattodal SistemaNazionaleSani- tario, prevede che una delle figure deputate alla salute negli ambienti di lavoro collabori con l’ATSdi compe- tenza per definire eventuali “contatti Valerio Sarti
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