Qualitaly_118

il punto I l 2020 si sta rivelando uno di quegli anni che a livello di insegnamenti varrà forse “UN SECOLO”! Come tutti gli insegnamenti, se vogliamo migliorare, dobbiamo farne tesoro il più possibile. Analizzando quello che è successo - e quello che stiamo vivendo - è bene rispondere ad alcune domande nell’umile speranza di sbagliare il meno possibile. Cosa abbiamo imparato in questi ultimi mesi? La lezione più importante è che nelle aziende non contano i fatturati mamarginalità e solidità economica e differenziazione. Tutte quelle aziende con bassa marginalità e scarsa solidità economica si sono mostrate fragili di fronte a un simile tsunami e molte hanno chiuso, ma qualcuna ha anche incrementato il proprio business (basti pensare ai ristoranti che in poco tempo si sono attrezzati per il delivery o distributori che si sono aperti al mercato casalingo). Quale sarà il mercato Horeca del futuro? Il Covid ha provocato e continuerà a farlo nel prossimo futuro una grande selezione sulle attivitàristorativesmascherandoimprovvisazione,difficoltàgestionalieincongruitàoperative. Chi sarà in grado di superare questa crisi avrà mostrato capacità, correttezza e tenacia che saranno garanzie importanti anche per i prossimi anni. Queste realtà “potranno portare al pettounamedagliadimerito” comecolui cheesce sanoe salvodauncorsodi sopravvivenza e questo il mercato glielo riconoscerà a livello economico, con prezzi migliori, e creditizio, con maggiori coperture assicurative. QualeloscenariodeicompetitornelsettoredelladistribuzioneHorecaequalisaranno le dimensioni aziendali che alla fine avranno retto meglio alla crisi? Per anni ci siamo concentrati su quali fossero le dimensioni aziendali che nel settore della distribuzione avessero un futuro. La lezione più importante che abbiamo imparato in que- sta gravosa circostanza è che, forse, dovevamo rivolgere la nostra attenzione, non verso la grandezzadelleaziende,ma, verso lamarginalitàe, soprattutto, verso l’esposizionecreditizia nei confronti dei nostri clienti che va assolutamente modificata. Per anni abbiamo fatto finta che potevamo sostenerle e abbiamo alimentato una concorrenza errata dal punto di vista creditizio che ha danneggiato noi stessi e il mercato. Come ne esce la nostra Cooperativa Italiana Catering da un simile maremoto? Questi 6 mesi sono serviti ad evidenziare il gran lavoro fatto negli anni per fare della nostra Cooperativa un‘entità solida, sana e snella che ha navigato nelle acque agitatissime della crisi inmaniera egregia con raziocinio e lungimiranza. Gestire un black out simile non è stato semplice ma alla fine siamo riusciti a supportare i nostri soci nell’emergenza senza difficoltà operative e crisi economico-finanziarie. Oggi sappiamo ancor di più che la Cooperativa è fondamentale per le nostre aziende e che il percorso intrapreso va ripreso e potenziato. Essere chiamati a più livelli come fra i 5/6 esponenti maggiori del panorama distributivo italiano a dialogare con le istituzioni, anche se al momento non ha portato i risultati attesi, ci riempie di orgoglio perché dimostra la considerazione che il mondo ci riconosce. Infine, vorrei chiudere con un grande ottimismo generato dalla considerazione importante che è quella che nei lunghi giorni del lockdown, parlando con le persone, emergeva sempre che una delle mancanze più forti avvertita era quella del non poter “andare al ristorante”, e il riscontro si è avuto nella veloce effervescenza con cui il mercato si è ripreso. Questo deve riempire d’orgoglio tutto il mondo Horeca perché è un grande riconoscimento, lasciatemelo dire, a tutti noi italiani del settore che grazie alla “ristorazione più bella del mondo” di cui tutti siamo gli artefici, possiamo essere fieri di fornire un servizio non di lusso ma essenziale, per le abitudini del nostro bel Paese. UN ANNO CHE DIFFICILMENTE DIMENTICHEREMO IL PUNTO Roberto Zanobi, consigliere Cooperativa Italiana Catering 3 AGO. SET. 2020

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