Qualitaly_118
23 AGO. SET. 2020 I l lockdown ha spinto gli italiani a cucinareo,addirittura,aimparare acucinare.Traiprodottipiùprepa- ratiincasa,durantelaquarantena, sul podio: pizza, pasta e pane. Una nuova tendenza che ha vivaciz- zato un periodo così buio e che ha fatto salire notevolmente le vendite di alcuni prodotti. Gli arresti domiciliari coatti hanno cambiato radicalmente le abitudini di consumo degli italiani, molti dei quali, anche quelli meno avvezzi all’arte culinaria, hanno riscoperto l’arte bianca. Forse, unmodo per al- lontanare la paura o per ammazzare imomenti di oziodomestico, oppure, semplicemente per coccolarsi. Pizza, pane e quarantena dunque, confermano essere una combina- zione “vincente”: l’aumento del loro consumo del 10% durante l’emer- genza ne è la prova. Premessa che lascia intuire che la pizza, eccellenza culinaria che megliodi tutte rappresenta l’Italianel mondo, patrimonio dell’Unesco, è il piatto più desiderato dagli italiani. NUMERI RASSICURANTI Il consumo di pizza nel 2019 è cre- sciuto rispetto all’anno precedente: secondo l’11% del totale degli in- dirizzi partner di TheFork infatti il +31% di italiani preferisce mangia- re in pizzeria. Senza contare il 20% dei ristoranti che propone un’offerta di pizza all’interno del propriomenù. E lecittàcon ilmaggior numerodi piz- zerie prenotabili online attraverso la piattaforma dedicata alla ristorazio- ne sono tre, Roma, Milano e Napoli. Ormai è noto, il mondo che ruota intorno alla pizza è tra i più virtuosi della nostra economia. Lo attestano i numeri annunciati lo scorso anno daTuttoPizza, il salone internaziona- le dedicato agli operatori professio- nali del settore, a Napoli alla Mostra d’Oltremare. La stessa indagine ci informa che, quotidianamente, in Italia, vengono sfornate 8 milioni di pizze, per un totaledi oltre2miliardi di pizze l’anno. Ungirod’affari cheèsempre insalita, nonostante la serrata degli esercizi pubblici durante la quarantena. PIZZA SUPERSTAR La pizza, quindi, anche nei mesi del lockdown è stata la regina assoluta, il prodotto più amato dagli italiani. Ci ha coccolati, viziati, fattocompagnia per tutto il periodo. Tra le difficoltà economiche e le nuove misure di sicurezza, molti ri- storatori, quelli chesono riusciti aso- pravvivere al blocco coatto, magari anche rimettendoci di tasca propria, il 18maggio scorso, finalmente, han- no potuto rialzare le saracinesche, rimboccandosi le maniche, per far ripartire il settore più danneggiato dal blackout provocato dal Covid 19. Attività che dalla riapertura post- lockdown fanno fatica a riprendersi, sia per le norme di sicurezza gover- native, sia per la paura della gente a frequentarli. Fortunatamente, la stagione estiva ha fatto registrare un buon segnale di ripresa per i punti vendita horeca con lepizzeriechehannoperformato meglio rispetto a ristoranti e bar. Le motivazioni sono varie: i conti più contenuti rispetto a quelli dei risto- ranti, lepropostedi nuovi impasti per pizza, leminori atteseper poterman- giare e l’asporto, in crescita grazie agli ultimi metodi adottati dai gestori per il trasporto della regina del food. ESEMPI VIRTUOSI “La riapertura haportatodelle novità - afferma Simone Fiesoli, socio fon- datore della pizzeriaDuje di Firenze - Il dehor, che non avevamomai avuto, e l’aperitivo, con prodotti napoletani e i fritti street food, inclusa la pizza portafoglio, classicopartenopeoche unisce quella che è la tendenza del momento dell’apericena a un cibo che rappresenta la nostra identità”. Con questo spirito, pian piano, atte- nendosi pedissequamente alle pre- cauzioni imposte dalla legge e al sa- voire-fairedeigestorideilocali,lesale delle nostre pizzerie si sono animate. “Già da giugno ci siamo attestati su numeri che facevamo prima dell’e- mergenza Covid - afferma Andrea Godi, socio fondatore e pizzaiolo della Pizzeria 400° di Lecce - Sa- rà perché abbiamo il vantaggio di avere due sale e il giardino molto grande che nei mesi estivi è stato il nostro punto di forza, oppure per- ché le persone, psicologicamente, sapendo di stare all’aperto sono più tranquille. Noi comunquecerchiamo sempre di sdrammatizzare evitando di fare azioni che, ormai, in questo momento, non sono richieste obbli- gatoriamente dalla legge, come per esempio, misurare la temperatura”. Per fronteggiare questo momento particolarmentecriticochecontinua a interessare soprattutto la ristora- zione, molti esercenti, anche quelli più restii al delivery e al take away, si sono equipaggiati con mezzi di locomozione per fare le consegne a domicilio. Inoltre, tantissimi pizzaioli si sono inventati nuovi impasti per consegnare a domicilio le loro pizze soffici, croccanti e saporite, proprio Simone Fiesoli
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