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20 GIU. LUG. 2020 siamo in tanti ad avere un mutuo sulle spalle e che i debiti aumentano vertiginosamente,mesedopomese - diceLucaCapasa, titolaredel Tony Bar Bistrot di Lecce - Aver riaperto in queste condizioni non ci aiuta ad estinguerli. Credo sia proprio ne- cessario prorogare l’esonero della Tosap e di altre tasse simili almeno fino alla fine del prossimo anno”. Ogni città ha le sue caratteristiche, le sue abitudini. Solo le amministra- zioni locali conoscono a fondo le loro potenzialità e le loro criticità. ILTURISMONEICENTRISTORICI Da qualche decennio, quasi tutti i centri storici italiani sono diventati luoghi prevalentemente turistici: la maggior parte delle loro abitazioni hannodestinazione turistica, perché trasformate in B&B o in altre attività commerciali, e in questo momento di incertezza i bar e i ristoranti so- noseriamentecompromessi perché quasi tutti gli eventi, per evitare as- sembramenti, vengonodirottati nel- le periferie delle città. AldoCursano dice: “Dobbiamodarci da fareper far rivivere i nostri centri storici esoprat- tuttoper evitareche lenostreattività economiche collassino del tutto. Il principio dell’uso del luogo pubbli- co per incentivare la fruizione della socialità nei luoghi esterni ritengo debba avere una visione nazionale e ognuno la applichi tenendo conto del buon senso, senza tralasciare direttamente o indirettamente si in- crociano, come sanità, sicurezza, codice della strada e viabilità. Gli enti locali infatti per gestire le nuove concessioni di dehor e spazi pubblici, attualmente, devono fare i conti anche con i residenti delle vie e dei quartieri dove sono ubicati bar e ristoranti che, in alcuni casi, sono costretti a convivere quotidia- namente con gli avventori dei locali vicini che sostano per pranzare o cenare sotto i loro portoni fino a notte fonda. E i Comuni, tuttavia, per mediare tra gli uni e gli altri, a volte, sono costretti a trovare delle soluzioni risarcitorie vantaggiose per i residenti, obbligati a subire l’invasione di campo. LOCALI A RISCHIO CHIUSURA La situazione politico-economica in cui versa il nostro Paese, secon- do quanto riportato dagli esperti, non è per niente confortante. La Federazione Italiana Pubblici Eser- cizi segnala la chiusura imminente di circa 60 mila attività, tra bar e ristoranti e oltre 320 mila figure del settore che non potranno più rientrare a lavoro. “Stiamo facendo l’impossibile per salvare il salvabile - afferma pre- occupato Nicola Pertuso - Stiamo cercando di fare da facilitatori per le copertureeconomiche,facendoarri- vare un po’ di ossigeno a coloro che nei mesi passati non hanno ricevuto nulla dallo Stato. Intendiamo abbat- tere ogni tipo e fonte di costo sulle locazioni, sui suoli pubblici e sui costi di impresa - conclude l’imprenditore barese,perconsentireacolorocheda eroi resistonoancoradi ‘agganciarsi’ alla ripresa quando questa arriverà”. IN SALA la fragilità o la tenuta degli equilibri del contestodoveessovacollocato. Venezia, per esempio, accoglie 16 milioni di turisti all’anno quindi, ha una suadinamica, una suaquotidia- nità e il suo centro storico è diverso daquelli dellealtrecittàchevivonodi solomercato interno e non di flusso turistico. Ecco perché è necessario anche il supporto delle amministra- zioni locali per valutare e verificare le varie realtà. Ogni città ha un suo mercato e le norme uguali per tutti risulterebbero rischiose”. Da alcuni anni l’occupazione del suolo pubblico è oggetto di discus- sione nei Consigli Regionali e Co- munali che, come noto, delegati dal Governo,hannol’incaricodinormare nel merito. Considerando l’eccezionalità dell’e- vento che stiamo ancora vivendo, ogniComunestacercandoditrovare le soluzioni opportune per superare lacrisimasoprattuttopersupportare le attività legate al food & beverage che fanno sempre più fatica ad an- dare avanti. Concedere loro uno spicchio in più di suolo pubblico per aumentare i coperti è una delle soluzioni più ef- ficaci, ma sicuramente non basta. “Anche se ottengo più superficie esterna - affermaAntonioTorre - alla fine, quando devo tirare le somme, registro comunque una perdita; se prima all’esterno avevo una capien- za di 60 persone, adesso, con il di- stanziamento sociale imposto dalla legge, ne posso far sedere solo 30, perdo il 50% dei posti”. Perché tutto ritorni in carreggiata e per adottare nuove misure, è ne- cessario chemovida e ristorazione si interfaccino con altri settori che La Torre di Merlino di Lecce Bar Bistrot di Lecce
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