Qualitaly_115
17 FEB. MAR. 2020 Ci sarebbe da scrivere un romanzo sul percepito di questa nuova epidemia. Legata a doppio filo al tema del cibo, ancestrale e viscerale come può essere la paura di un male invisibile. Un rapporto instaurato fin dalla sua nascita: l’epidemia è stata segnalata al mercato del pesce di Wuhan dove le condizioni igieniche non sono da manuale e i generi alimentari sono venduti fianco a fianco ad animali selvatici vivi. Ma il primo caso probabilmente non viene da qui, e il mercato potrebbe piuttosto aver fatto da diffusore del virus, trasmesso da un pipistrello a un altro animale e quindi all’uomo. Il cibo, di fatto, c’entra poco: come ha sottolineato l’Istituto superiore di sanità il Coronavirus non si trasmette per via alimentare ma per via aerea, come un comune raffreddore. Il collegamento però, di pancia, irrazionale, resta. E anche la consapevolezza che chi esce di casa per divertirsi vuole stare tranquillo, ed essere rassicurato. Il cibo c’entra o no? 2019 secondo gli ultimi dati dell’Os- servatoriodel Politecnicodi Milano il FoodDelivery è cresciuto del +56%, raggiungendo i 566 milioni di euro e confermandosi come primo seg- mento nell’Alimentare. Una volta terminata l’emergenza, si ritornerà al business as usual. Ma prima o poi potrebbe arrivare un’altra emergenza: una epidemia, un cataclisma, una sommossa o un attacco terroristico. Perché ormai volenti o nolenti viviamo in un mondo interconnesso e globa- lizzato. Correre ai ripari dunque e cambiare prospettiva, attrezzarsi con l’online, comunicare di più al cliente e guadagnare sul campo la sua fiducia - la chiave di volta di ogni esercizio di successo - sarà comunque un asset positivo.
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