Qualitaly_114
IN SALA DIC. GEN. 2020 50 offrire al pubblico di Rai 2 è stato leggero, veloce e divertente. E diver- so dagli altri. Qui io ho cucinato”. I suoi programmi sul cibo in tivù hannoportatonellecase, tra lagen- te, molta attenzione e informazio- ne. Pensa di aver alzato l’asticella della qualità in giro per l’Italia? Dire sequesto sia statounmeritooun demeritonon sta ame. Possodire che Masterchef si fa da anni e molte na- zioni senza tradizioni gastronomiche si sono appassionate al programma. In tivù penso sia stato portato del colore, con eccessi e mancanze, ma soprattutto è stata l’occasione per noi italiani per far vederequantoabbiamo ereditato in fatto di cultura gastro- nomica. Nato l’8 ottobre 1965 a Vicenza, dopo aver ottenuto il diploma di maturità presso l’Istituto Alberghiero Pellegrino Artusi di Recoaro Terme, in provincia di Vicenza, a soli ventuno anni, Carlo Cracco inizia a collaborare a Milano con Gualtiero Marchesi, uno dei più importanti cuochi del Bel Paese. È il 1986 e l’inizio di una svolta professionale che lo porta in Francia per tre anni, dove presso l’Hotel Paris, apprende i segreti della cucina locale grazie ad Alain Ducasse. Nella stessa città lavora al Senderens per Lucas Carton. Tornato in Italia, diventa chef dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze e fa sue ben tre stelle Michelin. Marchesi lo rivuole per inaugurare L’Albereta di Erbusco. A Milano è Chef Executive al Cracco Peck. Nel 2011 con Joe Bastianich e Bruno Barbieri è uno dei giurati della trasmissione Masterchef Italia. Il resto è una storia fatta di forchette e stelle d’oro. Breve biografia di Carlo Cracco Aveva annunciato di voler ‘scom- parire’ per quattro anni dalla tivù… Sì, poi ho cambiato idea. Tuttavia, questo de “Nella Mia Cucina” è sta- to comunque solo un breve ritorno in una striscia quotidiana e in cui cucino veramente, che è la cosa che mi viene meglio. Insomma, le piace davvero stare tra mestoli e brigate? In Masterchef ed Hell’s Kitchen il mio ruolo era diverso. Per Rai2 ho cucinato. Cosa le ha dato e cosa le ha tolto la tivù? Io dico solo chemi piacciono le sfide e non mi piacciono le ripetizioni. Il format prevedeva la realizzazione delle mie ricette più famose senza né vinti né vincitori. Nella “Ristoranti d’Italia 2020”, la guida del Gambero Rosso, ha visto il suo “Cracco in Galleria” guadagnare 92 punti e tre for- chette. Ho qualche ristorante da mandare avanti, quindi è giusto che mi de- dichi solo parzialmente alla televi- sione. E questo è il risultato.
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