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DIC. GEN. 2020 49 RICCARDO SADA L a scorsa estate, e in oc- casione di un’intervista rilasciata al settimanale Vanity Fair, Carlo Cracco annunciò l’intenzione di lasciare il mondo della tivù. Da stella dei fornelli, era diventato una supernova della televisione e un indiscusso pioniere di format ‘gastrotelevisivi’ che inondano l’e- tere e il digitale. L’addio a Masterchef di due anni fa ha segnato un punto di svolta della sua carriera. Sembrava che la (fortunata) parentesi televisiva si fosse conclusa in una bollente giornata di agosto e, invece, a set- tembre l’annuncio inatteso di un nuovo contenitore, che lo ha rivi- sto protagonista in cucina in una nuova veste. Il format originale “Nella Mia Cuci- na” in onda su Rai2, in cui il con- corrente di turno doveva provare a replicare un piatto dello stellato chef in un quarto d’ora, tuttavia è ormai in archivio. Quel che resta è l’arrivo fuori tempo massimo di un programma culinario con uno chef del calibro di Cracco su una rete di stato. Lungi dal voler montare una polemica. Il fatto è che forse la cucina in tivù non crea più audience come agli inizi. Emblema dell’eccellenza italiana in cucina. Uno dei personaggi televisivi più amati e odiati dello stivale. A lui si deve il proliferare degli chef sul piccolo schermo. Oggi suggerisce (a tutti) di stare lontani per un po’ dalla tivù e riavvicinarsi ‘ai piatti che scottano’. E sprona tutti: “Noi, della cucina italiana, non sediamoci sugli allori” Del resto, anche “La Prova del Cuo- co” ha più volte scricchiolato negli ascolti, no? Insomma, il piatto non piange ma nemmeno se la passa bene. “Andare in una fascia oraria del ge- nere (19:40) non è mai semplice. Il programma che abbiamo scelto di Il cooking show su Rai2 “Nella Mia Cucina – Una ricetta con Cracco”, condotto dallo chef pluristellato e dalla web creator Camihawke è un marchio di Branded Entertainment content di Scavolini co-prodotto con Zerostories in collaborazione con Rai Pubblicità. In ogni puntata Cracco ha accolto un ospite nell’intimità domestica della sua cucina, unico palcoscenico della gara. Due composizioni speculari della stessa cucina, predisposte con strumenti e ingredienti identici, permettevano a un cuoco amatoriale e allo chef di realizzare ricette gourmet lavorando dandosi le spalle.

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