Qualitaly_114

DIC. GEN. 2020 26 IN CUCINA a zero la produzione di rifiuti – ha esordito lo studioso – ma dobbia- mo fare in modo che le cose che produciamo facciano bene al nostro ambiente. Bisogna ripensare i pro- dotti in modo che non si generino semplicemente rifiuti ma ‘scarti’ in grado di essere trasformati in qual- cosa di utile, riutilizzabile, una sorta di “banca dei materiali”. Qualità, innovazione, bellezza. Un prodotto nocivo non è di qualità. Dobbiamo quindi impegnarci per lasciare una impronta positiva sull’ambiente, per migliorare il mondo”. Michael Braungart dà anche qualche indicazione applicabile nel setto- re della ristorazione, per esempio adottare delle misure utili a mi- gliorare la qualità dell’aria nelle cucine professionali, che possono presentare livelli di inquinamento peggiori rispetto all’aria cittadina. Oppure scegliere prodotti che non contengano sostanze che possano danneggiare la salute dei propri clienti o ingredienti con un basso impatto ambientale. “Forse in Europa non saremo mai pronti a consumare insetti – ha con- tinuato – ma perché non provare a inserire le alghe nei menù?”. Una via suggerita è quella del no- Gli SDGs nella ristorazione: l’esempio dell’Hotel Saltus Wolfgang Töchterle di IDMAlto Adi- ge – Innovation Development Mar- keting – ha suggerito di seguire la via dettata dall’ONU con i suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, gli SDGs, i quali mirano a porre fine alla povertà, a lottare contro l’ine- guaglianza e allo sviluppo sociale ed economico. Inoltre, riprendono aspetti di fondamentale importan- za per lo sviluppo sostenibile, come l’affrontare i cambiamenti climatici e costruire società pacifiche entro l’anno 2030.

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