Qualitaly_114

DIC. GEN. 2020 22 IN PROFONDITÀ sul nostro territorio. Basta aspettare altri 15 giorni per somministrare al cliente pietanze con i prodotti e i frutti invernali. Tutte queste infor- mazioni, sulla stagionalità dei pro- dotti, sulle tecniche di produzioni sostenibili e soprattutto su come alimentarsi correttamente, bisogna trasmetterle ai più giovani per offrire loro un futuro migliore. Le prime metodi lontani dalle tradizioni”. Non sempre però, le stagionalità cli- matiche poco ordinarie, come quel- le che stiamo vivendo negli ultimi anni, risultano essere negative per l’economia agricola. Alcuni esperti del settore sono convinti che anche nel caos climatico attuale si possono trarre dei vantaggi. Il docente dell’a- teneo siciliano è uno di loro. “Se rispettassimo le tecniche tradizionali di coltivazione, i cicli ordinari delle colture che hanno sempre permesso alle stesse un continuo, lentoma ine- sorabile adattamento ai cambiamenti climatici, anche le stagionalità pazze potrebbero offrire ottime opportu- nità per tutti”. Altri specialisti, invece, sono convinti che per affrontare meglio il concet- to di stagionalità, l’uomo dovrebbe adeguarsi a quello che è il clima in quel particolare momento. “Se l’inverno comincia un mese do- po – afferma Oldani – non succede nulla se si continuano a preparare piatti con prodotti ancora presenti Bisogna trasmettere ai più giovani tutte le informazioni su come alimentarsi correttamente, per offrire loro un futuro migliore Davide Oldani ALVISE GUADAGNINO nozioni bisogna ricercarle in fami- glia o nelle tradizioni del luogo in cui si vive. Informazioni semplici, del tipo ‘quando fa freddo non biso- gna mangiare prodotti rossi come il peperone, l’anguria, il pomodoro o la pesca, perché sono prodotti che non fioriscono e non crescono senza il sole”. IL FUTURO STA NELL’EDUCARE LE GIOVANI GENERAZIONI Aneddoti e informazioni devono es- sere trasmessi ai bambini facendo in modo che restino impressi nella loro memoria. Ma nella fase successiva, quellapreadolescenziale, questonon basta, è necessario un intervento più articolato, quello scolastico. Slowfood, per esempio, associazione internazionale no profit che lavora in 150 Paesi del mondo, per promuove- re un’alimentazione buona, pulita e giusta, da qualche anno, entra nel- le scuole proprio per fare questo: sensibilizzare i giovani affrontando argomenti che riguardano l’ambien- te, la sostenibilità e l’alimentazione. ‘Orti in condotta’, che quest’anno ha compiuto 10 anni, è uno dei suoi progetti, e si occupa appunto di af- frontare queste tematiche. È una fe- sta che coinvolge docenti e allievi di 880 scuole italiane. Un momento formativo che, a novembre scorso, per una settimana, ha scelto di de- dicarsi al cambiamento climatico il cui obiettivo, appunto, è avvicina- re gli studenti alle questioni legate alla stagionalità, all’importanza di consumare prodotti di prossimità e stagionali, perché in questo parti- colare momento storico dobbiamo affidare la sopravvivenza del pianeta alle nuove generazioni. Il consumatore ha diritto di trovare sulle tavole dei ristoranti prodotti stagionali, perché il rispetto della natura diventa anche la riscoperta di sapori sconosciuti, è più salutare ed è fonte di business.

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